Per essere un articolo di Dicembre ossia risolutivo in teoria, rimane da considerare innanzitutto che, tenendo conto delle previsioni che vennero fatte, siamo nella linea delle possibilità eccezionali, visto che a dicembre ci troviamo a dover parlare di Epsilon, 26° depressione tropicale nominata dell’anno in Atlantico, attiva in atlantico come Uragano di prima categoria a inizio mese.
Per chi non lo sapesse l’usanza di nominare gli Uragani parte nel 1953 dal National Weather Service statunitense che decide di inserire una lista di 100 nomi da far ruotare negli anni. Inizialmente femminili, dal 1978 vengono aggiunti dei nomi maschili; inoltre si decide di non ripetere il nome degli uragani più violenti, ritirandoli dall’elenco. In pratica non ci saranno altri Katrina o Wilma in futuro.
Ogni anno si parte dal primo uragano o tempesta tropicale con un nome che inizia con la lettera A. Alla fine, finito il vocabolario, ossia i nomi preparati (si chiude con la W), si inizia a nominare con lettere dell’alfabeto greco (in quest’anno dei record ce ne solo volute “per ora” ben 5).
Il NOAA a primavera stimò che l’annata Atlantica degli uragani sarebbe stata particolarmente attiva e che si sarebbero avute più depressioni tropicali e più uragani violenti rispetto alla media. Per la precisione vennero previste da 18 a 21 tempeste tropicali delle quali almeno 7 con la possibilità di diventare uragani violenti.
Altri studi emergono quest’anno fra cui quello di Peter Webster del Georgia Tech Institute di Atlanta, che dimostra come sia aumentata l’intensita degli uragani violenti nel globo negli ultimi 35 anni. La tendenza è di una stabilità nella formazione di depressioni tropicali, anzi complessivamente di una diminuzione, ma anche di un aumento considerevole di trasformazioni da depressioni a uragani e tifoni violenti, ossia di categoria 4 o 5.
L’aumento maggiore si è registrato nel Pacifico settentrionale, in quello sud-occidentale, nell’Oceano Indiano e nell’Atlantico settentrionale, e solo nella zona nord atlantica l’aumento degli uragani di categoria 4 e 5 è stato del 56%, passando dai 16 registrati tra il 1975 e il 1989, ai 25 del periodo compreso tra il 1990 e il 2004.
Le cause sono ancora poco chiare anche se per ora l’imputato sembra il riscaldamento globale e l’aumento della temperatura dei mari.
Quest’anno siamo nell’eccezionalità piena e addirittura siamo andati oltre le previsioni più catastrofiche, arrivando alla classificazione di 30 depressioni tropicali nell’atlantico settentrionale.
I danni avuti quest’anno superano ogni situazione accaduta nel passato (a parlare di vite umane dobbiamo tornare al 1900 col grande Uragano di Galveston che provocò la morte di circa 12000 persone) e mai come in questo anno queste forze della natura hanno influenzato l’economia mondiale (i danni alle piattaforme petrolifere del golfo del Messico) e la politica della maggiore potenza economica mondiale.
Nella seconda parte di questo articolo faremo un riassunto delle tempeste e degli uragani di questa, ripetiamo, eccezionale stagionale atlantica.
Altre puntate dell’articolo:
Da Arlene a Katrina: www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12437
/>Gli uragani di settembre, Maria, Ophelia e Rita: www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12444
/>Wilma, Vince e il finale di Epsilon: www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12458