Domenica 18 dicembre 2016: Longyearbyen, piccola capitale dell’Arcipelago delle Svalbard, a 78° di latitudine Nord in pieno Oceano Artico, uno dei luoghi abitati più a nord dell’intero globo, ad appena 1300 km dal Polo Nord, ha registrato -0,4°C di temperatura minima (notte tra sabato e domenica) e 2,8°C di temperatura massima.
Milano, metropoli europea e capitale economico/finanziaria d’Italia, 45° di latitudine Nord, ha registrato -1,8°C di temperatura minima e 0,1°C di temperatura massima.
È l’effetto di due situazioni contingenti: una, il periodo eccezionalmente mite che sta vivendo gran parte della zona artica e che interessa anche le Svalbard. L’altra, lo strato di inversione termica che interessa ormai da parecchi giorni la Val Padana.
Non è però un caso più unico che raro. Longyearbyen infatti, pur con medie termiche che in dicembre sono circa 18°C più basse di quelle di Milano, quando viene raggiunta dai venti atlantici sud-occidentali, può subire dei rapidi per quanto brevi riscaldamenti, e il record di dicembre non è distante dai 10°C.
E Milano, per contro, nei periodi di alta pressione invernale, tra dicembre e gennaio, come il resto della Val Padana, è interessata da sottili ma consistenti inversioni termiche, che determinano condizioni di gelo anche quando l’aria in quota è piuttosto mite.
Se vogliamo aggiungere curiosità a curiosità, vediamo la situazione odierna (19 dicembre) in Norvegia, con tutte le città sulla costa con temperature ampiamente positive (fino a 10/11°C), e superiori a quelle che si registrano su ampi tratti delle Riviere in Liguria. Tromso, 69° di latitudine Nord, registra alle ore 15 8°C; Genova, alla stessa ora, interessata dal ritorno di aria padana, 5°C!