Il fenomeno noto col nome di “El Niño”, per chi non lo sapesse, si sviluppa dopo lunghi periodi di anomalie termiche positive delle acque superficiali nel Pacifico equatoriale. Per intenderci: le temperature sono superiori alla norma a ridosso della superficie. Si tratta di un fenomeni ciclico, generalmente ogni 2-7 anni. L’estremo interesse mostrato dalla comunità scientifica è dettato dal fatto che va a modificare – sostanzialmente – l’andamento climatico del nostro pianeta.
Quest anno, a detta degli esperti, le probabilità che possa svilupparsi El Niño sono del 70%, secondo gli scienziati NOAA. Probabilità che potrebbe crescere sino all’80% in autunno. Le condizioni attuali, giusto rimarcarlo, si trovano in quello che gli scienziati chiamano “stato neutro”, nel senso che non vi è né El Niño, né La Niña (esattamente l’opposto rispetto alla versione “maschile”). Tuttavia, già dallo scorso mese di maggio, le anomalie termiche superficiali si stanno diffondendo in tutto il bacino equatoriale dell’Oceano Pacifico e lo sviluppo di El Niño sta diventando sempre più probabile.
Gli studiosi non sono ancora in grado di dirci quale sarà l’intensità del fenomeno, le stime attuali suggeriscono un’intensità moderata ma tutto potrebbe mutare a ridosso dell’evento. Rammentiamo ai lettori che i fenomeni di El Niño classificati come “forti” possono causare devastanti inondazioni e siccità in alcune parti del Pianeta. Durante il 1997-1998, ad esempio, il Perù e l’Ecuador furono investiti da tremende inondazioni, mentre l’Indonesia si trovò ad affrontare una delle più gravi siccità della sua storia.
Per chi volesse rimanere aggiornato sulle proiezioni climatiche, la prossima relazione del NOAA verrà rilasciata il 10 luglio 2014. Appuntamento a quella data.