Ci eravamo lasciati con il ritorno alla “normalità” dopo aver vissuto un fine Maggio estremamente caldo, specie al centro nord. Ora la situazione sembra volgere decisamente verso il fresco, segno che l’estate, col suo bagaglio di stabilità per buona parte della Penisola, è ancora lungi dal salire in cattedra. Come sempre vediamo di capirne qualcosa di più.
La circolazione sul nostro emisfero è sempre caratterizzata da quattro onde emisferiche risonanti ma la novità più saliente del periodo sta nel netto calo dell’attività del MJO. In questi giorni la fase attiva si trova sul Pacifico centrale fino all’Atlantico occidentale ma con attività convettiva estremamente ridotta. Nonostante l’incedere della stagione, la mancanza di Forcing Sub Tropicali che così si è venuta a creare, determina un ribaltamento degli scenari: non è più a sud che bisogna guardare per ritrovare i motori della dinamica atmosferica bensì a nord. Con questa piccola rivoluzione copernicana meglio si comprende il perché ci accingiamo a definire una dinamica atmosferica che sembra presa dal mese di Febbraio, tipica della seconda metà dell’inverno.
Come ben sappiamo in questa stagione il Vortice Polare non è strutturato a tal punto da occupare tutta la regione Artica in un contesto di veloci correnti zonali. Assistiamo, invece, ad iterazioni con le figure bariche tipiche della cella di Ferrel, promontori di alta pressione e saccature di bassa pressione. Proprio la presenza di Cutoff anticiclonici in sede polare determina degli split del vortice, ovvero delle nette divisioni di quest’ultimo in vortici secondari che vanno ad occupare, tipicamente, latitudini più meridionali e longitudini diametralmente opposte. Se a ciò aggiungiamo la mancanza di forcing Sub Tropicali ecco che il quadro si completa.
In queste ore si nota la presenza di un Cutoff anticiclonico sul Mar Glaciale Artico a nord delle coste Canadesi e dell’ Alaska. Come detto ciò determina la contemporanea presenza di più vortici secondari: il primo sul Nord Ovest dell’Atlantico, tra Canada e Groenlandia, il secondo sul Pacifico , nel Mare di Bering, un terzo proprio sul “tetto” del Mondo a cui è collegato un vortice secondario ad ovest della Penisola Scandinava. Da questi vortici nascano profonde saccature pilotate anche da promotori anticicloni che trovano, in queste profonde oscillazioni del Getto, la strada spianta per poderose rimonte verso nord.
Nel settore Europeo e del vicino Atlantico ritroviamo alla perfezione questa situazione: l’anticiclone delle Azzorre si incunea tra il vortice “canadese” e “scandinavo” pilotando così fredde correnti nord occidentali sull’Italia. Dalla saccatura che scaturisce dal vortice Scandinavo si verrà a formare un cutoff ciclonico sui Balcani in grado di pilotare correnti fredde ed instabili specie sul settore orientale del Bel Paese. Solo durante il fine settimana la situazione varierà leggermente: il vortice sui Balcani tenderà ad essere riassorbito in quanto non più alimentato dalla Corrente a Getto Polare. In questo modo guadagnerà latitudini leggermente più meridionali il vortice “genitore” che si impossesserà in pieno della penisola scandinava. Anche l’anomala posizione, lungo i meridiani, dell’Anticiclone delle Azzorre verrà gradualmente riassorbita a causa dell’incedere verso l’Atlantico centrale del vortice “canadese”.
Queste “grandi manovre” sono il preludio ad un probabile breve ritorno alla zonalità, attesa la prossima settimana, come normale evoluzione dell’esasperazione degli scambi meridiani.
In sintesi sarà l’instabilità atmosferica la principale caratteristica del tempo di questa settimana, con temporali a macchia di leopardo specie sul settore alpino ed Adriatico della penisola.