L’obiettivo principale del progetto ENVISAT è stato quello di dotare l’Europa di un moderno strumento per il remote-sensing della Terra al fine di rafforzare la posizione all’avanguardia del Vecchio Continente riguardo le tecnologie e i servizi spaziali. A seguito infatti dei successi seguiti alle missioni ERS-1 e ERS-2 degli anni ’90 ENVISAT migliorerà sensibilmente le capacità dei paesi membri dell’ESA di prendere parte attivamente allo studio e al monitoraggio del nostro pianeta dallo spazio.
Lanciato con il vettore Ariane-5 dalla base di Kourou si trova ora in un’orbita polare elio-sincrona che gli garantisce una ripetitività al suolo di 35 giorni con una stimata vita operativa di 5 anni.
Envisat dal peso di oltre 8 tonnellate, è dotato di 10 strumenti (sensori) tutti perfettamente funzionanti ai quali fanno parte oltre 800 progetti scientifici di Istuti di ricerca e Università di tutto il mondo.
Il satellite è costituito dal Payload Complement e dalla Polar Platform (PPF) ove sono montati tutti gli strumenti particolarmente differenziati che garantiscono una sinergia di osservazione mai avuta prima. L’esigenza di suddividere il corpo del satellite in 2 sistemi è dovuta principalmente alle particolari caratteristiche di alloggiamento sul vettore Ariane oltre che a massimizzare la superficie esterna per l’alloggiamento dei vari sensori. I dati trasmessi a terra costituiscono inoltre una parte sostanziale dei progetti IGBP (International Geosphere-Biosphere-Programme) e del WCRP (World Climate Research Programme).
PAYLOAD:
MERIS (Medium Resolution Imaging Spectrometer): rappresenta il classico sensore con varie bande a 250 metri di risoluzione al nadir e swat di 1150 km, per l’osservazione della superficie terrestre e dei vari strati dell’atmosfera.
MIPAS (Michelson Interferometric Passive Atmofpheric Sounder): si tratta di uno spettrometro IR (4-15 micron) ad alta risoluzione per la misura dei vari costituenti dell’Atmosfera su scala globale con particolare tecnica dell’osservazione al ‘limbo’. Tale strumento aiuterà a capire le problematiche dovute al buco dell’ozono, agli scambi termici tra troposfera e stratosfera e alle concentrazioni di gas dovuti ad attività antropiche.
ASAR (Advanced Synthetic-Aperture Radar): costituisce un radar SAR ad apertura sintetica ad alta risoluzione per il monitoraggio di onde marine, movimenti di calotte polari e ghiacciai montani, movimenti tettonici e osservazione di catastrofi naturali come inondazioni e terremoti.
GOMOS (Global Ozone Monitoring by Occultation of Stars): è uno spettrometro per lo studio dell’Ozonosfera che viene tarato mediante l’ausilio di stelle particolarmente luminose.
RA-2 (Radar Altimeter): si tratta di un radar altimetrico per l’analisi dell’altitudine della superficie terrestre e della topografia marina.
MWR (Microwave Radiometer): per lo studio dell’umidità atmosferica al fine di correggere i dati provenienti dal RA-2 che sono influenzati dal contenuto del vapor d’acqua.
LRR ( Laser Retro-Reflector): è usato come specchio riflettente per le stazioni laser di terra per la calibrazione degli strumenti a bordo.
SCIAMACHY (Scanning Imaging Absorption Spectrometer for Atmospheric Chartography): costituisce uno strumento che stima le tracce dei vari gas per lo studio dei fenomeni che influenzano la chimica atmosferica come gli incendi, l’inquinamento industriale, le tempeste di sabbia e le eruzioni vulcaniche.
AATSR (Advanced Along-Track Scanning Radiometer): studia le temperature superficiali degli oceani garantendo una continuità con il lavoro svolto dai precedenti satelliti ERS-1 ERS-2. Come secondo obiettivo stima le biomasse vegetali, il loro contenuto di umidità e la loro crescita.
DORIS (Doppler Orbitography and Radio-Positioning Integrated by Satellite): è un sistema integrato per la determinazione dell’orbita con accuratezza dell’ordine di centimetri sui vari parametri orbitali del satellite.
L’enorme mole di dati che ENVISAT trasmette a terra viene archiviata e pre-processata al fine di distribuire prodotti già calibrati e pronti per l’elaborazione da parte dei singoli utenti.
A bordo esiste inoltre un sistema di archiviazione da quasi 200 Gbyte per garantire la copertura globale del pianeta. Quando infatti il satellite tornerà in vista di una stazione di acquisizione i dati relativi alle zone ‘buie’ potranno essere scaricati a terra.