ICEBERG ALLA DERIVA – Il distacco dal ghiacciaio di Pine Island, in Antartide, di un enorme ammasso di ghiaccio è stato immortalato lunedì 8 luglio dal Satellite tedesco TerraSAR-X, il quale invia immagini ogni 3 giorni ed è capace di rilevare le minime variazioni della superficie del ghiaccio in Antartide anche in questo periodo caratterizzato dal buio. L’iceberg è davvero enorme, avendo una lunghezza di 720 kilimetri quadrati, e fluttua ora liberamente nel Mare di Amundsen: questo taglio era nelle attese, in quanto una missione della NASA del 2011 aveva già scoperto una crepa gigante nel ghiacciaio, che a quel misurava circa 24 chilometri di lunghezza e 50 metri di larghezza. Nel maggio del 2012 le immagini satellitari avevano rivelato poi una seconda frattura formatasi vicino al lato settentrionale della prima crepa
CAUSE NATURALI, MA E’ ALLARME – Ciò che non ha sorpreso gli scienziati, tuttavia, è che il distacco si sia verificato nel cuore dell’inverno: il mare è coperto dai ghiacci, ma gli strati sottili sono gettati da forti pressioni interne alla piattaforma di ghiaccio. Secondo l’Istituto Alfred Wegener (AWI) la creazione di fessure e conseguente sviluppo di nuovi iceberg appartengono a cicli perfettamente naturali, ma in questo caso l’isola faceva registrare una velocità di spostamento troppo elevata, circa 4 chilometri all’anno. Non è tanto il cambiamento climatico che coinvolge la parte ovest dell’Antartide ad essere indiziato, ma piuttosto ha inciso soprattutto il mutamento dei venti nel Mare di Amundsen, con trasporto d’acqua più calda sotto la piattaforma di ghiaccio, che ha quindi posto le premesse per il distacco radicale definitivo.