L’evento meteorologico che ha devastato la Sardegna è stato attribuito da taluni all’azione di un ciclone mediterraneo di tipo anomalo, ovvero con caratteristiche del tutto simili a quelli di tipo tropicale: questo periodo autunnale può essere effettivamente propizio alla degenerazione di ciclogenesi di questo tipo (denominate Tropical Like Cyclone) fin sul Mediterraneo, a causa soprattutto dell’acqua del mare ancora calda e dei contrasti fra gli intensi richiami caldi nord-africani e le correnti più fredde nord-atlantiche. In sostanza le normali ciclogenesi a cuore freddo possono evolvere in cicloni a cuore caldo (è successo anche negli ultimi anni, vedi qui).
Questa “degenerazione” si sta effettivamente verificando quest’oggi e gli indizi li abbiamo alle medie-basse quote troposferiche, dove sembra prevalere al centro del vortice ciclonico (che si è ulteriormente approfondito) il cosiddetto cuore caldo: lo si apprezza nella mappa in basso dell’analisi all’altezza isobarica di 850 hPa riferita a stamane. Tuttavia, nella giornata di ieri, la ciclogenesi mediterranea non aveva ancora caratteristiche in alcun modo comparabili a quelle simil-tropicali: i disastri che hanno colpito la Sardegna derivano pertanto da piogge e temporali violenti, i cui effetti catastrofici sono legati ad una serie di concause, fra cui l’alimentazione caldo-umida sciroccale avanti al fronte e l’eccessivo calore a disposizione del vortice perturbato per il mare ancora caldo.