RUMORI DEL GHIACCIO – C’è particolare preoccupazione per il disturbo generato dagli esseri umani negli ambienti marini polari attraverso i trasporti e nella ricerca ed estrazione di petrolio, anche se un recente studio ha stabilito che i fenomeni naturali possono potenzialmente creare disturbi molto più significativi rispetto all’attività umana. Il fenomeno è simile a ciò che accade quando il burro viene fuso e, contemporaneamente, rotto in pezzetti. Nel caso degli iceberg la rapida disintegrazione è detta ice-quake (“ghiaccio-moto”), perché sia il processo che i suoni sono molto simili a quelli prodotti dai terremoti. L’effetto però può essere riprodotto tra le mura di casa anche quando si versa una bevanda calda in un bicchiere pieno di ghiaccio. Il ghiaccio si frantuma e i suoni durante la rottura danno l’idea di quel che accade nell’oceano, con le dovute proporzioni.
UTILIZZATI IDROFONI – Un team della Oregon State University ha utilizzato degli idrofoni per monitorare il suono prodotto da un iceberg attraverso il suo ciclo di vita, dalla sua origine nel Mare di Weddell alla sua scomparsa in mare aperto. L’obiettivo del progetto è stato quello di misurare i livelli di suono naturale nel mare, in modo da paragonarli ai rumori di origine antropica. L’energia sonora rilasciata dall’iceberg ha prodotto un frastuono analogo a quello creato da più di un centinaio di superpetroliere. Talvolta i suoni prodotti dalla rottura del ghiaccio in Antartide sono così forti da essere registrati anche dagli idrofoni situati vicino all’equatore. Gli scienziati hanno appena inizianto a studiare l’impatto dei suoni prodotti dall’uomo sulla vita marina, e vi è incertezza riguardo ai possibili esiti.
EFFETTI SUL CICLO VITALE – Gli animali più a rischio sono quelli che utilizzano il suono per facilitarsi nell’alimentazione, nella riproduzione e nel nuoto. La rottura del ghiaccio e lo scioglimento di iceberg sono però eventi naturali, e quindi gli animali nel tempo devono essersi adattati a questi rumori.