DISPUTA FRA ATLANTICO E AFRICANO – Continua il braccio di ferro fra una vigorosa depressione oceanica, il cui perno resta collocato ad ovest del Regno Unito, ed un anticiclone afromediterraneo, che va a distendersi verso parte dell’Europa Centro-Orientale. E’ una situazione di sostanziale blocco, che vede quindi le nazioni occidentali del Continente maggiormente influenzate dal flusso umido, mite e perturbato, costretto poi a risalire un po’ di latitudine. Un impulso instabile ha raggiunto l’Italia già domenica e, nonostante la contrapposizione dell’anticiclone, è riuscito a determinare violento maltempo, seppur localizzato, in alcune zone dell’Italia Centro-Settentrionale, grazie all’energia fornita dai flussi nord-africani e dalle acque mediterranee ancora calde.
ITALIA SPACCATA IN DUE TRONCONI – Da un lato abbiamo il Nord e parte delle regioni centrali finite sotto l’influsso perturbato: le peggiori conseguenze si sono avute tra Toscana, Romagna e Marche, ove ha agito una violenta cella temporalesca autorigenerante incastonata in un’area di confluenza fra le correnti calde nord-africane e quelle più fresche atlantiche. E’ curioso, come a livello europeo, solamente in questa porzione d’Italia si sono formati temporali così organizzati. Riguardo le piogge, si è già detto ampiamente nei precedenti approfondimenti: l’acqua caduta in poche ore è stata davvero notevole soprattutto in Toscana, con tempi di ritorno davvero rari. Possiamo citare il caso della località di Baggio, con 193,2 mm in 12 ore, che rappresenta il massimo evento di pioggia così concentrato per la zona da quando si rilevano i dati pluviometrici.