Cronaca di un evento caldo fuori del comune
Era il 25 Aprile del 2003, l’Italia viveva un tempo prettamente primaverile, trovandosi in una “terra di mezzo” fra due figure bariche possenti, una termica a nord, contraddistinta da una immensa alta termica anomala che si estendeva fra la Groenlandia e la Penisola Finnica, caratterizzata dalla presenza di un blocco gelido decisamente fuori stagione, relitto di un raffreddamento anomalo responsabile tra l’altro di una eccezionale nevicata fuori stagione sull’Italia meridionale a inizio del mese, l’altra dinamica a ovest verso il Canada.
Questa configurazione aveva confinato sul comparto britannico una potente bassa pressione, figlia dei contrasti termici vissuti nel mese di Aprile e che era immobilizzata lì dalle figura bariche possenti sul Nord, e da una montante alta pressione africana a sud del Mediterraneo.
Tutto avrebbe potuto prendere ben altra piega: quella depressione, spinta dall’alta dinamica a ovest e bloccata dalle alte termiche a nord, avrebbe potuto, scivolare verso est, interessando l’Europa centrale e meridionale, e concedendo al Mediterraneo, la continuazione di una normale primavera. Invece il repentino rinforzo, a nord dell’Alta pressione groenlandese, e a sud, in posizione anomala, dell’alta pressione delle Azzore, estesa per i meridiani verso l’alta pressione termica groenlandese, costrinse la depressione in cut-off (depressione che si isola all’interno di un regime di alte pressioni) il giorno 25 Aprile non solo a non muoversi di un millimetro dalla sua posizione, ma a rinvigorirsi con ammassi gelidi provenienti direttamente dal Polo approfondendosi in pieno Oceano Atlantico, regalando piogge e fresco agli sfortunati naviganti dell’oceano e segnando, per tutti gli abitanti dell’Europa centro occidentale, l’inizio della più persistente e nefasta ondata di calore del secolo.
Il giorno 1 Maggio la depressione riuscì a trovare sfogo verso ovest interessando l’Inghilterra, ma più a sud risultava già visibile il mostro che accompagnò la vita degli europei fino a Settembre: l’Anticiclone Africano, che con geopotenziali da pre-monsone indiano, colpì l’Italia centro meridionale con isoterme abbondantemente oltre i 15°C a 850 hPa.
Per farci una idea dell’evento anomalo e della sua portata, facciamo riferimento all’alta pressione subtropicale che in questi giorni sta cominciando ad interessare il nostro Paese, che porterà ad isoterme di 15°C a 850 hPa nel suo apice, ma con un mese di ritardo rispetto al 2003.
Questa che sarebbe stata la prima di una serie interminabile di onde di calore che avrebbe martoriato l’intera Europa centro-occidentale, ebbe sempre gli stessi protagonisti, l’alta pressione delle Azzorre, defilata in Atlantico, la depressione stazionaria sull’Inghilterra, e il Mediterraneo occupato da un’alta pressione subtropicale con asse oscillante fra l’Iberia e l’Italia, a seconda dello spostamento della depressione atlantica più a ovest o più ad est.
Possibili cause climatiche dell’evento
Il 2003 è stato dunque un nefasto esempio di un sistema fisico estremamente stabile con degli attori incastrati quasi come ruote dentate in un sistema così efficiente da durare per quasi tre mesi. Diamo dunque nota dei protagonisti e vediamo come è stato possibile che essi si siano “incastrati” così bene.
ALTA AZZORRIANA:
posizione inconsueta in pieno atlantico nella prima parte della stagione calda con frequenti ponti realizzati con l’alta groenlandese, al cambio stagionale; inconsueti ponti realizzati con una dinamica isolata sul comparto finnico, relitto delle onde termiche africane che interessavano a più riprese l’Europa centrale.
ALTA PRESSIONE SUBTROPICALE:
posizione molto più a nord del normale, e convogliata verso nord da un ciclone praticamente stazionario a ovest dell’Inghilterra.
DEPRESSIONE ATLANTICA:
generata dalla contrapposizione fra correnti settentrionali e il rovente comparto meridionale europeo.
Dunque in definitiva sull’Europa si era andata generando un vera e propria cella molto stabile che convogliando le correnti fredde dall’artico attraverso un corridoio compreso fra le Isole Britanniche e il pieno Atlantico, convogliava l’aria calda africana sull’Europa settentrionale.
Nella analisi di fenomeni così violenti, viene sempre da pensare ai complessi motivi che hanno portato a situazioni così anomale, motivi che quando si parla di clima sono intrecciati e a volte inestricabili. Però possiamo partire dalla protagonista del caldo anomalo, l’alta pressione subtropicale: questa alta pressione si forma fra i 20° e i 30° di latitudine ed è direttamente derivante dalla forza delle depressioni equatoriali; si ritiene che in conseguenza del Global Warming, la loro espansione arrivi più frequentemente verso le zone temperate.
Il secondo protagonista è certamente da individuare nella alta pressione delle Azzorre, molto defilata in Oceano. Si può certamente ipotizzare che nelle stagioni di assenza, sempre più frequenti, di questa figura sul Mediterraneo, siano privilegiati scambi meridiani, che non è detto siano sempre forieri di precipitazioni e fresco. Infatti se come nel caso del 2003 gli scambi meridiani arrivano troppo a ovest, l’Europa meridionale piomba nella siccità e nel caldo.
Attuale situazione barica: ci attende un nuovo 2003?
Quest’anno, le figure bariche preponderanti, sono simili ma ci sono delle interessanti differenze.
L’Africa settentrionale grazie alle ripetute irruzioni fredde sull’Algeria appare non troppo rovente, e l’alta pressione subtropicale appare molto meno aggressiva rispetto al 2003. Inoltre l’alta pressione azzorriana, oltre a sembrare molto debole, non blocca le depressioni in Atlantico, contribuendo all’evoluzione di onde in sequenza, dunque non portando al blocco del sistema come avvenne nel 2003.
In sintesi, si può dire che pur intravedendosi i segnali dell’affermazione stabilizzante dell’alta delle Azzorre a darci un’estate “normale” possiamo ritenere improbabile che possano verificarsi episodi di calore così forti come quelli del 2003, differentemente l’andamento delle correnti in alta troposfera ci fa pensare alla continuazione di un trend ondulatorio con onde di calore sempre più forti, intervallate a episodi temporaleschi anche di forte intensità.