Gli uomini si ricordano alla perfezione di alcuni avvenimenti importanti della propria vita, il matrimonio, lutti che ci hanno colpiti, ed altri eventi particolari.
A malapena ci ricordiamo di eventi più lontani, come la prima comunione, od altri della nostra infanzia.
Ma la nostra memoria diventa inevitabilmente “corta” riguardo agli eventi meteorologici, a meno che non siano stati particolarmente gravi e distruttivi e non ci abbiano colpiti personalmente.
Già il ricordo della caldissima estate 2003 si è andato sbiadendo, proprio in questi giorni, che vengono percepiti dalla popolazione come “più caldi di quelli di due anni fa”!
A malapena qualcuno, che non sia proprio un appassionato del settore, si ricorda delle grandi nevicate del 1985.
Certamente nessuno ha oramai memoria dei 42-44°C che colpirono l’Italia nell’Estate del 1983.
Eppure, all’epoca fece scalpore, questa ondata di caldo che colpì il periodo dal 15 Luglio fino ai primi giorni di Agosto, Milano Linate toccò per 2 volte i +37°C, oscillando per 15 giorni tra i +34° ed i +35°C; Venezia toccò i +38°C, Alghero e Catania +41°, Reggio Calabria +44°C, Bologna, Roma e Pescara +40°C, mentre Firenze ebbe una serie di 12 giorni con temperature massime non inferiori ai +37°C, con punte massime di +42-43°C.
Basta andare indietro di un solo anno, e troviamo la rovente Estate del 1982, l’anno della vittoria al “Mundial” di Spagna, tre mesi di clima caldissimo, con temperature massime costantemente oltre i +30°C dalla seconda metà di maggio fino alla fine di Agosto.
Ed abbiamo avuto altre estati lunghe e pesantissime, con quelle del 1994 e del 1998, ma chi se ne ricorda più, al di là della ristretta cerchia dei meteoappassionati?
Il problema sta nel fatto che gli avvenimenti meteorologici sono tali e tanti, anche in un solo anno, da saturarci la memoria, ed impedirci un corretto esame della situazione attuale, soprattutto se i vari dati non vengono memorizzati in un apposito taccuino, o in un file di computer, rendendosi adatti così ad un confronto matematico.
Così scopriamo che il Giugno del 2003 è stato di gran lunga più caldo di questo del 2005, anche al Nord Italia:
a Linate le temperature minime e massime del Giugno 2003 sono state, infatti, rispettivamente, di +20,4°C, e +33,0°C.
Invece, quest’anno, al giorno 27, sono state di +18,9°C e +29,1°C, insomma, mancano tre giorni alla fine del mese ma siamo rimasti sotto di almeno tre gradi rispetto a quel mese dal punto di vista termico davvero irraggiungibile.
Lo stesso dicasi di Torino Caselle, con temperatura minima di +18,6°C, e massima di +30,1°C, mentre la media attuale di Giugno è di +17,1°C per le minime e di +27,4°C per quanto riguarda le massime.
Per non parlare poi di tante località del Centro e del Sud, ove gli scarti termici rispetto al 2003 sono ancora maggiori.
Ma allora, il caldo di questi giorni, è veramente eccezionale?
Un’ondata di caldo estivo così forte la ritroviamo di frequente, in anni recenti, nel periodo estivo, anche se stavolta in alcune località del Nord ovest italiano i “picchi” di caldo sono stati davvero fuori del comune, per questo mese.
Ma la sua probabile brevità temporale (i modelli indicano un suo futuro indebolimento in seguito all’arrivo di masse d’aria più fresca di origine atlantica), non la rendono paragonabile con la persistenza eccezionale del caldo che caratterizzò il mese di Giugno di due anni fa, e, in definitiva, l’intera estate di quell’anno.
Diverso è il discorso sugli estremi termici: in pochi giorni siamo passati dalla neve a quote basse in Appennino, ai +38°C del Piemonte, e in questo caso il discorso si fa complesso, e bisognerebbe valutare se tali estremi sono correlati con l’aumento di CO2 atmosferica e la maggior quantità di energia disponibile per la “macchina del tempo”, tuttavia non vi sono ancora prove certe di questa possibilità.