Paradossi del clima antartico. La previsione d’un anno caldissimo al Polo Sud geografico (si veda questo articolo) si sta rivelando ancor più pessimista, tant’è che si profila ormai una media annua di -47,4 °C a causa d’un dicembre in forte anomalia termica positiva. Malgrado questi valori tuttavia, alla base americana Amundsen-Scott (2.836 m) sono ormai due anni che non viene superato il livello dei -20 °C: esattamente dal 26 dicembre 2011 (-19,5 °C), che fece seguito al record assoluto del Natale 2011, quando il termometro salì a -12,3 °C (evento che Meteogiornale pubblicò in anteprima mondiale, battendo anche i media americani). Il 27 dicembre di due anni fa poi, la temperatura tornò sotto i -20 °C e lì è rimasta nei successivi 727 giorni.
Occorre rimarcare, in primo luogo, che al Polo Sud geografico tale temperatura viene superata solo nei mesi di dicembre e gennaio ed, episodicamente, a fine novembre; inoltre che la componente astronomica, ai 90° lat. S, gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento delle condizioni meteorologiche estive: il sole infatti, nelle 24 ore rimane sempre alla stessa altezza, per cui il bilancio radiativo non si modifica; se quindi non intervengono avvezioni da nord, la stabilità termica è garantita e l’escursione giornaliera, a volte, è contenuta in 1 °C.
Superato il solstizio dell’estate australe (ieri alle 1711 UTC), si entra nel periodo statisticamente più caldo dell’anno. La massima raggiunta in questo biennio è stata di -20,8 °C il 29 gennaio 2013: vedremo se sarà oltrepassata nel corso del mese che verrà. In caso contrario, nel 2014 si realizzerebbe una sequenza superiore ai mille giorni, cosa che non accadrebbe da un decennio: l’ultima volta infatti, avvenne tra il 16 gennaio 2002 e il 27 dicembre 2004, totalizzando 1.077 giorni. Da allora, in tutti gli anni fino al 2011 ad Amundsen-Scott è stato registrato almeno un episodio di superamento dei -20 °C.