Si tratta di 135 anni di osservazioni condotte nelle due città, ambedue poste lungo l’asse della Via Emilia.
Le due curve hanno andamento simile ed evidenziano una maggiore nevosità di Parma rispetto a, Modena, tendenza che però si inverte in corrispondenza di alcuni periodi, come ad esempio quello attuale; la distanza di una cinquantina di Km tra le due località, permette di poter estendere con buona approssimazione, i valori a gran parte dell’Emilia (Romagna esclusa).
Al fine di ottenere curve più “morbide” e di più facile lettura per un periodo così lungo, si è scelto di non indicare sul grafico gli accumuli stagionali, bensì la media mobile dei valori in base 10: in pratica ogni punto indica il valore medio degli accumuli nei 10 anni precedenti, pertanto graficamente l’inizio della curva risulta spostato in avanti di dieci anni.
Il dato più evidente è la riduzione degli eventi nevosi, più evidente nell’ultimo periodo; chi afferma che “non nevica più come una volta” , quindi, ha probabilmente ragione, però molti avranno fatto le stesse considerazioni a metà degli anni ’20, quando si ebbe un vero crollo delle medie nevose, dopo un lungo periodo di precipitazioni abbondanti.
Negli anni venti non si parlava certo di aumento dell’effetto serra e riscaldamento globale, tuttavia la riduzione dei fenomeni nevosi fu veramente consistente; non si può nemmeno dire che si trattò di un fenomeno locale emiliano, perché tale crisi nevosa è riscontrabile anche nelle serie storiche delle località di altre aree della regione padana, in particolare piemontesi, peraltro legate ad una climatologia dei fenomeni nevosi diversa da quella emiliana.
Si può affermare che la neve è sempre stata capricciosa anche in tempi lontani: gli ultimi anni del IXX secolo, ad esempio videro una nevosità elevatissima, ma furono preceduti da un periodo di precipitazioni piuttosto scarse.
Un’osservazione risulta necessaria sul il periodo 1921-1960, sul quale si base la nota pubblicazione “Carta della precipitazione nevosa media in Italia” ed al quale è obbligo fare riferimento quando si parla di medie nevose, trattandosi dell’unico studio completo sulla nevosità in Italia. La prima parte comprende il minimo storico degli anni ’20, mentre la seconda parte vide precipitazioni nevose in netto aumento, poi in nuovo calo a fine periodo.
La nevosità media dei nostri tempi è quindi senza dubbio inferiore al periodo 1921-1960, tuttavia il calo non è così rilevante come è stato per alcune aree della regione padana.
Resta il dubbio se l’isola di calore prodotta dalla crescita delle città tra il IXX secolo e oggi, possa aver influenzato in modo sensibile gli accumuli nevosi nelle aree urbane, almeno nell’ultimo periodo.
Fonti di dati:
Archivi Università di Parma e di Modena e Reggio Emilia