MEZZA EUROPA AL GELO, COLPA DEL VP – Quello che sta accadendo da diverse settimane su parte dell’Europa è decisamente insolito: intere nazioni paralizzate della neve (prima Francia e Regno Unito, poi i settori centro-orientali), freddo tardivo come non si vedeva da 50 anni ed oltre, ma l’aspetto più rilevante è legato al fatto che questi scenari così invernali sembrano intenzionati a persistere almeno per un’altra settimana. Tutto è legato ad un’anomalia circolatoria perdurante da tempo e che ha toccato il picco in questa parte centrale di marzo: in sostanza il Vortice Polare è estremamente debole e si è suddiviso in più noccioli, costretti a stazionare a latitudini più basse rispetto al Circolo Polare Artico ove si è insediato un tenace anticiclone. Uno dei noccioli freddi del VP permarrà attivo sul Centro-Est Europa, per ulteriori alimentazioni gelide favorite dalla disposizione di un campo anticiclonico più ad ovest, fra Islanda e Groenlandia.
PERTURBAZIONI IN SERIE SUL MEDITERRANEO – Il Nord Italia risente solo marginalmente di quest’influsso così freddo, che tende a muoversi con moto retrogrado appena a nord delle Alpi. Nei prossimi giorni, da metà settimana, il limite del canale delle correnti fredde continentali tenderà ad alzarsi leggermente di latitudine e così avremo un certo addolcimento termico, ma in compenso il meteo resterà estremamente instabile. L’Italia si trova infatti al confine nel quale si vengono a toccare le correnti fredde suddette con quelle più miti oceaniche, convogliate da ovest verso est da un’ampia depressione atlantica. La presenza del serbatoio così freddo rappresenterà un elemento da tenere sempre sotto osservazione, senza escludere nuove sorprese come quelle di questi ultimi giorni nel quale è bastato uno spiffero di correnti fredde da est per determinare un brusco calo termico e nevicate tardive a basse quote.
FESTIVITA’ COMPROMESSE? – La variabilità è il vero leit-motive di quest’ultimo scorcio di marzo. Diverse perturbazioni si spingeranno sull’Italia anche nei prossimi giorni, portando precipitazioni a più riprese alternate a momenti di pausa, in un contesto climatico leggermente più mite, anche se al Nord si rimarrà alle prese con temperature prettamente invernali. Sembra quasi certo che anche le festività pasquali risulteranno decisamente influenzate dall’ingerenza instabile atlantica. Ben poche regioni d’Italia si salveranno da una perturbazione che, per la domenica festiva, influenzerà con piogge e rovesci gran parte del Centro-Sud, in parte anche il Settentrione ove peraltro non è escluso che possano essere nuovamente richiamate correnti un po’ più fredde di Bora. E per Pasquetta parrebbe irrompere un’altra perturbazione a far da guastafeste per le tradizionali gite fuori porta, anche se è bene attendere conferme dai prossimi aggiornamenti.
NON SI VEDONO SPIRAGLI SUL LUNGO TERMINE – La prima decade potrebbe essere caratterizzata da una circolazione generale, a livello europeo, non così dissimile da quella attuale, con un lago d’aria molto fredda che tenderà ancora ad indugiare sull’Europa Centro-Orientale ed il Mediterraneo a fare i conti con uno scorrimento piuttosto basso del flusso perturbato atlantico. Vista la situazione con il freddo accumulato sui settori europei ed una configurazione barica che non vuol perdere facilmente le caratteristiche invernali, non si può del tutto escludere in prospettiva che qualche episodio di freddo tardivo possa affondare più direttamente sul Mediterraneo: è già accaduto altre volte nel mese di aprile, non sarebbe un evento eccezionale. Quel che stupisce tuttavia è come il grande freddo sia capace di persistere in modo così eclatante in piena invernale sul cuore dell’Europa.