TREND NEGATIVO – Il cambiamento climatico è una realtà con cui bisogna fare i conti in modo sempre più serio, secondo quanto emerso in una relazione dell’Europa Environment Agency dal titolo “Cambiamenti climatici, impatti e vulnerabilità nell’Europa del 2012”. Negli ultimi anni, eventi meteorologici estremi come ondate di calore, inondazioni e siccità hanno causato danni economici sempre più pesanti in Europa. Quello che si osserva nel Continente sono le temperature medie sempre più elevate e una diminuzione delle precipitazioni nelle regioni meridionali. In controtendenza la parte nord dell’Europa, dove si registra un aumento della piovosità. La fusione dei ghiacci rappresentano la conseguenza preoccupante e riguarda sia la Groenlandia, così come il Mar Glaciale Artico. Diminuisce il manto nevoso e tende a riscaldarsi gran parte del permafrost.
ARTICO, RISCALDAMENTO PIU’ VELOCE – Nel 2007, 2011 e 2012, vi è stata una drastica riduzione del ghiaccio del Mar Glaciale Artico, tanto ad arrivare alla metà della misura minima osservata nel 1980. Lo scioglimento della calotta di ghiaccio della Groenlandia è raddoppiato dal 1990, con una perdita media annua di 250 miliardi di tonnellate fra il 2005 ed il 2009. I ghiacciai alpini hanno perso due terzi del loro volume dal 1850 e questa tendenza si prevede in ulteriore aggravamento. Il livello medio del mare è cresciuto 1,7 mm per anno nel corso del ventesimo secolo e ben 3 mm per anno negli ultimi decenni. Le proiezioni oscillano costantemente, ma è probabile che l’aumento del livello del mare nel corso del ventunesimo secolo sarà superiore a quello del secolo precedente. Tuttavia, l’aumento del livello del mare sulle coste europee varia da zona a zona.
ULTIMI 10 ANNI I PIU’ ROVENTI – Il decennio fra il 2002 ed il 2011 è stato il più caldo mai registrato in Europa, con temperature del suolo di 1,3°C superiore alla media del periodo pre-industriale. Diverse proiezioni mostrano che la temperatura media di Europa potrebbe crescere notevolmente, tanto da risultare nella seconda metà di questo secolo da 2,5 a 4°C superiore rispetto alla media 1961-1990. Le ondate di calore sono sempre più lunghe e frequenti, tanto da aver causato decine di migliaia di morti (particolare riferimento all’estate 2003). La relazione sottolinea che l’aumento previsto in queste ondate di calore possono andare ad incrementare la mortalità, a meno che le società non si adattino. A fronte di una piovosità calante nelle regioni meridionali, vi è evidenza di un aumento delle piogge nel nord Europa. Queste trend dovrebbe continuare.