NEVE E GELO, RAPIDA DISAMINA – Gli inverni europei sono spesso legati a doppio filo alle vicissitudini dell’alta pressione russa-siberiana che, quando si spinge molto verso ovest, riesce a veicolare l’alito gelido verso il Vecchio Continente. L’attuale salita alla ribalta di condizioni invernali non si deve però all’alta pressione russa, ma piuttosto alla deformazione del Vortice Polare che, indebolendosi notevolmente sopra il Polo Nord, ha distribuito i suoi noccioli gelidi a latitudini più basse del solito, coinvolgendo così anche parte dell’Europa. La recente [url=https://www.meteogiornale.it/notizia/25489-1-mosca-nel-caos-neve-novembre-ultimi-50-anni]nevicata record su Mosca[/url], di cui vi abbiamo riferito, è solamente una conseguenza delle dinamiche perturbate connesse all’anomalia di un Vortice Polare così debole, mentre non ha avuto nessun ruolo l’alta pressione russa che solitamente apporta non le grandi nevicate, ma piuttosto condizioni di grande gelo. Sulla Capitale Russia non si sono ancora raggiunte temperature minime negative a doppia cifra.
RUSSIA EUROPEA, L’ORSO ANCORA IN FORMAZIONE – Attualmente la parte più robusta dell’alta pressione siberiana si trova relegata molto ad est, sul comparto della Russia Asiatica. Qui il robusto anticiclone è davvero di natura termica, ovvero associato a bassi geopotenziali ed aria davvero gelida al suolo. Sulla Russia Europea sembra gradualmente consolidarsi un’area anticiclonica, connessa in un lungo corridoio al motore gelido posto nel comparto asiatico: per il momento però l’alta pressione che occupa parte della Russia Europea ha connotati prettamente dinamici, ovvero non è ancora associata ad aria molto gelida al suolo, che staziona principalmente sull’Artico Russo e non sul cuore della parte continentale. L’andamento termico mostra temperature piuttosto alte sulla parte meridionale del Bassopiano Sarmatico, ove predominano flussi caldi in particolare lungo il corso del Volga.