Maltempo estremo:
appena ieri abbiamo pubblicato un articolo, relativo ad una ricerca del NOAA, contenente una notizia sorprendente e preoccupante allo stesso tempo: il cambio circolatorio sopra l’Artico. I venti stratosferici soffiano solitamente da ovest verso est, ma negli ultimi decenni si è verificata una sostanziale modifica che ha portato il Jet Stream ad assumere componente rafficosa nord/sud. Secondo gli studiosi è una delle cause che sta contribuendo alla fusione della banchisa Artica e alla manifestazioni atmosferiche violente negli USA e sull’Europa occidentale. Ecco allora che ci chiediamo: ma non è che anche in Italia si stanno percependo queste influenze? Ce lo chiediamo perché anche oggi, ad esempio, stiamo seguendo un’ondata di maltempo che causa dei veri e propri nubifragi nelle regioni tirreniche.
Ma perché tutti questi nubifragi?:
a nostro avviso, tralasciando le componenti climatiche ad ampio raggio succitate (ma che di certo non si possono trascurare nell’ottica del cambiamento climatico evidente), le precedenti rimonte anticicloniche africane hanno fornito un surplus energetico non indifferente. Il calore viene intrappolato dal mare e non appena transita una perturbazione, magari alimentata da aria fresca, si attivano contrasti termici imponenti. Scaturiscono enormi celle temporalesche, che provocano nubifragi capaci di far cadere la quantità di pioggia di un mese nell’arco di un sol giorno. Spesso solo in poche ore.
Il secondo peggioramento:
se preferite, la perturbazione numero 4 di ottobre. Giungerà lunedì e avrà sostanziali differenze rispetto all’attuale. In primis sarà alimentata da aria ben più fresca nord atlantica, poi sarà supportata da un vortice ciclonico che attraverserà tutto il Paese. Significa che il maltempo interesserà tutte le regioni e le precipitazioni potrebbero risultare violente come o più delle attuali.
Le prime, copiose nevicate:
è confermato un significativo calo delle temperature, ideale per la comparsa della neve lungo l’arco alpino. Si tratterà delle prime, abbondanti nevicate stagionali al di sopra dei 1500 metri. Purtroppo, è giusto dirlo, negli ultimissimi aggiornamenti è comparso un altro peggioramento nel corso di martedì, associato ad una rotazione dei venti dai quadranti meridionali che riporterebbe la quota neve ben al di sopra dei 2000 metri.
L’evoluzione successiva:
ci si interroga su quel accadrà in seguito: resterà aperta la porta atlantica? Tornerà l’Anticiclone? O giungeranno i primi freddi? Diciamo che l’ipotesi più probabile, osservando i più autorevoli modelli, è per una prosecuzione della tempo atlantico. Ma ci sarà un intervallo, che vedrà riaffacciarsi l’Alta Africana e che condurrà ad un notevole rialzo delle temperature. Attenzione, perché si verrà a realizzare una configurazione potenzialmente pericolosa: un’ampia saccatura in approfondimento sulla Penisola Iberica e un blocco anticiclonico ad est. Nordovest e Sardegna, inizialmente, potrebbero essere esposte ad una circolazione sciroccale estremamente piovosa, che successivamente si estenderebbe ad est con la progressione della saccatura nel cuore del Mediterraneo. Una propagazione che dovrebbe vincere la resistenza anticiclonica e la speranza è che ci riesca, altrimenti c’è il rischio che alcune regioni si trovino a patire gli effetti di piogge potenzialmente devastanti.
Focus: evoluzione sino al 25 ottobre 2012
Nei prossimi giorni avremo condizioni di tempo instabile, con tendenza a nuovo violento peggioramento tra lunedì e martedì. L’ondata di maltempo sarà causata dall’arrivo di una perturbazione atlantica, associata ad un nucleo di bassa pressione e alimentata da aria molto fresca. La diminuzione delle temperature, come detto, determinerà copiose nevicate lungo l’arco alpino a partire dai 1500/1600 metri. A metà settimana assisteremo ad un graduale miglioramento, soprattutto al centro sud dove si rivedrà un promontorio anticiclonico nord africano.
Nel contempo, un’ampia saccatura atlantica si orienterà lungo l’asse franco-iberico, erodendo gradualmente il fianco occidentale della struttura altopressoria. Probabilmente assisteremo ad un nuovo, intenso peggioramento a cominciare dal nordovest e dalla Sardegna. Il maltempo dovrebbe spostarsi in direzione est, vincendo la resistenza del blocco anticiclonico. Si aprirebbe un altro varco, dentro il quale si inserirebbe un’altra perturbazione che apporterebbe precipitazioni fin verso il termine dello step previsionale.
Evoluzione sino al 30 ottobre 2012*
Per fine mese, invece, confermiamo un cambio circolatorio più ficcante che potrebbe portare i primi rigori stagionali nel cuore del Mediterraneo.
In conclusione.
E’ un autunno che comincia a fare sul serio, ma se pensiamo che siamo arrivati a ridosso di metà ottobre, non c’è nulla di cui stupirsi.