Martedì 28 dicembre è caduta la neve sulle montagne all’estremità orientale, per l’esattezza quella nordorientale, degli Emirati Arabi Uniti, al confine con l’Oman, o meglio con quella enclave omanita che presidia lo stretto di Hormuz, mentre il grosso di questo stato si trova più a sud, separato dalla suddetta enclave appunto dal territorio degli Emirati, che qui si affacciano sul più orientale Golfo di Oman. I monti che hanno ricevuto l’insolita nevicata sono quelli che si trovano a est della città di Ras al Khaimah, che superano di poco i 2000 metri, toccando quota 2087. Per inquadrare meglio quanto sia notevole l’evento ricordiamo che la regione si trova tra 25° e 26°N.
Il 28 dicembre gli Emirati sono stati attraversati da un fronte freddo, e infatti nelle città costiere ha piovuto parecchio, con temperature massime inferiori a 20°C. Ecco alcuni estremi termici e accumuli di pioggia di quel giorno, con le città costiere elencate da est a ovest: Ras al Khaimah 13,1°/17,8°C e 11 mm, Sharjah 12,8°/19,0°C e 19 mm, Dubai 13,3°/18,1°C e 14 mm, Abu Dhabi 11,4°/19,0°C e 3 mm.
Già aveva piovuto, con temperature non particolarmente elevate, lunedì 27 dicembre, quando estremi termici e accumuli erano stati i seguenti: Ras Al Khaimah 14,5°/19,2°C e 18 mm, Sharjah 15,2°/18,7°C e 16 mm, Dubai 15,7°/20,8°C e 10 mm, Abu Dhabi 15,7°/20,8°C e 7 mm. Le temperature medie di dicembre a Dubai sono 16°/25°C (minime e massime), con un record di freddo storico di 10°C. Ad Abu Dhabi medie 15°/25°C e record di freddo 7°C, a Ras Al Khaimah record 5°C, medie 14°/26°C. La pioggia che cade in media in dicembre è 14 mm a Dubai e 2 mm ad Abu Dhabi.
La carta del 27 dicembre alle 6 GMT, a 500 hpa, mostra in effetti una profonda saccatura che dal Caspio, attraversando tutto l’Iran (con un nocciolo di -27°C a 500 hpa nei cieli di Esfahan), si allunga fino alla parte settentrionale del Golfo Persico abbracciando con la -21°C a 500 hpa tutto il nordest dell’Arabia Saudita, il Qatar e l’estremità ovest degli Emirati (EAU), mentre sulla parte est le correnti sono sudoccidentali, con temperature ancora alte (-12°C a 500 hpa). A 850 hpa, a parte i valori negativi sull’Iran, si osserva una 4°C sulla parte nord del Golfo, la 6°C nell’ovest degli EAU, la 8°C nella parte est.
12 ore dopo l’asse di saccatura si è già portato sul Qatar, mentre sugli EAU è sopraggiunta la -20°C a 500 hpa nell’ovest e la -18°C a est, con correnti da sudovest già con marcata curvatura ciclonica, che spiegano il fatto che le precipitazioni fossero già in atto. A 850 hpa invece troviamo un minimo (isoipsa 1470 m) proprio sullo stretto di Hormuz, con la 7°C in quella regione e la 6°C che ormai abbraccia tutta la parte centro-occidentale degli EAU.
Alle 6 GMT del 28 dicembre la fase di maltempo sugli EAU è al suo apice. Mentre il nocciolo freddo sull’Iran registra oltre -30°C a 500 hpa, l’asse di saccatura si allunga verso lo stretto di Hormuz (con la -23°C) e la sottostante penisola condivisa tra Oman ed EAU, dove appunto si trovano i rilievi che hanno ricevuto la storica nevicata e dove la carta relativa all’ora in questione mostra una -21°/-22°C. Anche al suolo a questo punto si nota un minimo ben definito di 1015 hpa nel Golfo, appena a ovest dello stretto di Hormuz. A 850 hpa, corrispondenti a 1500 metri, ci sono invece tra 5° e 6°C, il che sta a indicare uno zero termico intorno 2300 metri. Con questa situazione niente di strano che nei rovesci la neve possa cadere fin sui 1800 metri.
Nelle ore successive del 28 dicembre la situazione non è cambiata di molto. Le carte a 500 e 850 hpa ci mostrano la persistenza di una situazione depressionaria, con un lieve aumento di temperatura a 500 hpa, ma un lieve calo a 850, con l’isoterma 4°C (zero termico appena sopra i 2100 metri) passante per il centro dello stretto di Hormuz alle 18 GMT e il nocciolo freddo sempre sull’Iran, ma spostatosi leggermente a sudest rispetto a 12 ore prima.
Alle 0 GMT del 29 ormai il nocciolo freddo a 500 hpa è molto vicino al confine tra Iran e Afghanistan, la temperatura a 500 hpa è salita a -15°C all’estremità nordorientale degli Emirati Arabi, ma la curvatura delle correnti è ancora ciclonica e la temperatura a 850 hpa sui cieli della regione è scesa leggermente al di sotto dei 4°C, situazione quindi ancora favorevoli a residui rovesci nevosi fino a 1600-1700 metri.
Mercoledì 29 dicembre, già nelle prime ore della giornata, con il nocciolo freddo ormai centrato sul confine iraniano-afgano e l’asse di saccatura che si allunga sul Golfo di Oman, a est dello stretto di Hormuz, e a seguire sulla parte sud dell’Oman, i “nostri” monti sono ormai a ovest dell’asse di saccatura stesso, sotto l’effetto di correnti fredde da nord-nordovest che riportano, alle 12 GMT, la temperatura a 500 hpa a -18°/-19°C, mentre quella a 850 hpa, corrispondenti alle 12 GMT a circa 1560 metri (quota in aumento rispetto a 12 ore prima, come pure quella corrispondente a 500 hpa), rimane intorno ai 4°C. Nella parte centro-occidentale degli EAU si è ancora più lontani dall’asse di saccatura e le temperature sono più alte sia a 500 hpa che a 850 hpa.
I report giornalieri del 29 non danno notizia di piogge sulle città costiere, ma la situazione in quota e l’orientamento delle correnti rispetto alla catena montuosa sul confine tra gli EAU e l’enclave omanita sullo stretto di Hormuz, fanno ritenere possibile, se non probabile, che ancora qualche rovescio nevoso vi sia stato in questa fase.
Sempre il 29 dicembre, alle 18 la quota corrispondente a 500 hpa, che 6 ore prima era, nella regione oggetto dell’approfondimento, 5650 metri, e che era scesa a un minimo di 5590 metri alle 6 e alle 12 del giorno precedente, è ulteriormente salita a 5670 metri. Inoltre le isoipse sono più distanziate e le correnti sono non più da nord-nordovest, ma da nord. Tutto questo fa ritenere, malgrado la temperatura a 500 hpa ancora intorno -18°/-19°C, che a questo punto sull’area i fenomeni fossero del tutto cessati.
L’evento qui esaminato è tutt’altro che frequente, anche se non siamo in grado di verificare la correttezza della notizia secondo qui esso non ha precedenti a memoria d’uomo. Sicuramente non è un avvenimento comune, come non è comune avere due giorni consecutivi di piogge persistenti sulle città degli Emirati, dove le piogge sono inesistenti in estate, ma rare anche in inverno, come testimoniato dalle medie da noi riportate. Pare che anche l’Emiro, avendo saputo della nevicata sui monti del suo paese, abbia voluto andare a vedere personalmente gli effetti dell’insolito fenomeno meteorologico, evidentemente ben conscio della rarità di un simile spettacolo.