Appena ieri abbiamo analizzato una delle cause, plausibili, che stanno determinando un anomalo posizionamento dell’Anticiclone delle Azzorre. Si è spiegato il fenomeno della Niña, che attraverso il collegamento esistente tra l’idrosfera e l’atmosfera determina la propagazione del raffreddamento oceanico alla troposfera delle basse latitudini. Un meccanismo che provoca la contrazione del gradiente termico (differenza di temperatura) tra le zone poste a nord e a sud dell’Alta Pressione. Queste variazioni regolano, a loro volta, l’espansione o la contrazione della struttura altopressoria.
A corredo dell’articolo scegliemmo una proiezione circa l’andamento della Niña nei prossimi mesi, sottolineando come sia previsto un graduale assorbimento della stessa. Avremmo potuto optare per un’altra immagine, ad esempio quella relativa alle anomalie delle temperature superficiali della acque Oceaniche. Una scelta che abbiamo riservato all’editoriale odierno, perché ci consente di spiegare un altro meccanismo fondamentale che regola gli scambi tra l’idrosfera e l’atmosfera.
Quella che vi proponiamo, quindi, è l’immagine che quantifica – attraverso una scala termo/colorimetrica – gli scarti termici delle acque superficiali oceaniche rispetto alla media di riferimento. Le colorazioni blu rappresentano le anomalie negative – nelle varie tonalità – mentre quelle che dal verdolino tendono all’arancio sino al rosso rappresentano le anomalie positive. Noterete che laddove sono presenti temperature inferiori alla norma, è collocata la lettera L. Or bene, si tratta di zone di Bassa Pressione. Al contrario, laddove sussitono scarti termici positivi troviamo la lettera H ovvero aree di Alta Pressione.
Per semplificare la trattazione, vi diciamo che le aree cicloniche e anticicloniche tendono a collocarsi in corrispondenza rispettivamente delle porzioni oceaniche soggette ad anomalie negative e positive. Detto ciò, diamo uno sguardo alla tratto Atlantico che va dal Portogallo al Marocco verso la Mauritania e il Senegal. Identifichiamo un’area caratterizzata da temperature delle acque superficiali inferiori alla norma. Significa che è maggiore la probabilità che vengano a crearsi “pericolose” aree cicloniche.
A questo punto alcuni di voi si domanderanno: che c’entra tutto ciò con la nostra Penisola? Beh, non è escluso che a partire dal prossimo mese d’Aprile si possano avere delle ripercussioni. Non appena le perturbazioni Atlantiche troveranno minori ostacoli nel raggiungere il Mediterraneo, il getto d’alta quota potrebbe essere risucchiato in quella direzione. Sapete che significa? Che ipotizzando uno stazionamento dell’Anticiclone in vicinanza dell’Iberia, potrebbero generarsi pericolose “gocce fredde” capaci di alimentare le risalite dinamiche dell’Anticiclone Africano. Questo per dire che tra Aprile e Maggio potrebbero verificarsi le prime sfuriate calde in alcune aree del Mediterraneo centro occidentale.
Al momento è un’ipotesi, certo, che potrebbe essere sovvertita qualora dovessero subentrare altri elementi capaci di forzare e condizionare l’impianto circolatorio. Tuttavia, tenendo conto delle correlazioni esistenti tra atmosfera e idrosfera, non si può non tenerne conto. Non prendentela come una previsione, non può esserlo, piuttosto come una linea evolutiva con buone probabilità di realizzazione.