La stessa composizione delle correnti leggibili attraverso le loro rispettive ondulazioni, ci porta a diagnosticare una periodo più o meno instabile. L’aria oceanica è indubbiamente carica di umidità, il suo percorso che si sviluppa per un ampio segmento dell’Oceano, conferisce alla colonna d’aria osservata delle caratteristiche e composizioni cariche di maggior vapor d’acqua.
In ogni caso il risultato finale non è sempre lo stesso. Nel suo “iter” il flusso considerato subisce spesso delle variazioni “d’onda” significative. Variazioni che spesso assumono, come onde oceaniche, delle connotazioni molto ampie.
In questo caso l’aria subisce dei processi di decompressione e compressione adiabatica molto irregolari e non riesce a mantenere le caratteristiche originarie che la contraddistinguono. Quindi si trasferisce, nella sua destinazione, con prerogative molto variabili e non certo cariche di vapore, tali da conferire le precipitazioni ipotizzabili.
Quello che si prospetta nel futuro, non certamente prossimo, è un tipo di circolazione “blanda”, dai profili non marcatamente “ondulati” . L’orografia in questi casi, riferita alla nostra Penisola, non aiuta granché, poiché il vapore contenuto nell’aria, pur trovando degli ostacoli orografici importanti, non riesce, dopo un forzato sollevamento, a raggiungere il punto di condensazione ottimale.
Molto diversa è una circolazione che si prospetta come un “veloce colpo di frusta”. Le ondulazioni si fanno molto marcate e brevi, conferendo alla massa d’aria rapidi effetti di compressione ed altrettanto celeri fasi di decompressione. Se una di queste onde, a maggior curvatura ciclonica, viene a coincidere nel comparto del Mediterraneo più occidentale, possiamo supporre una fase instabile e perturbata per la nostra Penisola.
In breve l’Oceano da molti “invocato” per le tanto attese precipitazioni, non è sempre “fedele amico” e sovente porta molta umidità nei medio/bassi starti dell’atmosfera e pochi fenomeni.
Quello che serve alla nostra Penisola non è certo questa prima configurazione; ma un flusso sempre atlantico che curva rapidamente, quindi maggior fase di decompressione, in prossimità del Mediterraneo, presentandosi con correnti meno zonali, pur sempre di matrice atlantica, ma con direttrice molto più inclinata verso SW.
Come rilevato dall’osservazione termica , fonte Wetterzentrale ore 16 UTC, sembra già in essere un primo tentativo “mite” ed oceanico verso la Penisola Iberica e parte della Francia più occidentale. Le temperature che nei giorni passati erano assai rigide, in tali aree, già iniziano una graduale rimonta e non si parla più di precipitazioni nevose e gelo diffuso. Tale situazione, fotografata in tempo reale, dovrebbe, attraverso le caratteristiche sopra esposte, guadagnare nei prossimi gironi la nostra Penisola.
Attendiamo, pertanto un presumibile “ultimo grido invernale”, tra domani e venerdì, cui seguirà una distensione delle “marcate” curvature sinottiche che ci porterà una crescente influenza di aria più mite. Tranne questo breve episodio, che si potrebbe far ridiscendere le temperature e portare nuove e veloci precipitazioni anche a carattere nevoso (quote medi/basse) sul levante e regioni centro meridionali; sarà a ridosso del week end, un primo e chiaro fronte atlantico, a riportare la “normalità perduta”.