Due bombe nevose hanno scosso l’Italia negli ultimi 10 giorni: prima il Burian, poi un nocciolo gelido di natura artica. Nel contempo è rimasto sempre saldamente in auge il ponte di collegamento fra l’anticiclone delle Azzorre e quello Russo, che ha garantito il costante afflusso retrogrado verso l’Italia di masse d’aria gelide da nord/est. Questa stessa configurazione ha consentito al bombolone freddo di dirigersi sul Mediterraneo Centrale e di rimanervi in loco per molto tempo: fino ad inizio settimana ci saranno gli strascichi di un’area ciclonica dal cuore molto gelido che stenterà a perdere energia.
Come già anticipato, nei primi giorni della prossima settimana dovrebbe però rompersi il cosiddetto Ponte di Weijkoff e proprio da quest’evoluzione dovrebbe compiersi la svolta verso un tipo di condizioni meteo gradualmente più miti. L’alta pressione delle Azzorre, dividendosi dall’Anticiclone Russo, tenderà tuttavia ad ergersi verso nord, aprendo così la strada per la discesa di masse d’aria artico-marittime dal Polo Nord, il cui obiettivo più probabile sembra però essere l’Europa Orientale e Balcanica. Il nostro Paese resterà ai margini, grazie anche alla protezione indotta dall’Arco Alpino, e verrà interessato da un flusso settentrionale gradualmente meno rigido.