Il gelo che ha segnato in modo indelebile la prima metà di febbraio si è attenuato non solo sull’Italia, ma anche su gran parte d’Europa. Dietro quest’addolcimento termico si celano i drastici mutamenti dell’impianto barico avvenuti negli ultimi giorni: si è spezzato il ponte fra l’alta pressione delle Azzorre e quella siberiana, con quest’ultima che si è ritirata verso oriente. In mezzo ai due anticicloni, con il ramo azzorriano molto forte ed ingombrante sul lato occidentale del Continente, si è inserito un flusso di correnti settentrionali artiche, che hanno convogliato aria più fredda in quota, ma non così rigida nei bassi strati.
La saccatura artica, che ha attraversato il Centro Europa ed ora si trova sui Balcani, ha quindi favorito un allentamento del gelo, nonostante stia portando instabilità diffusa e nevicate. Vedendo le temperature minime odierne, appaiono abbastanza sporadici i valori negativi a doppia cifra su buona parte delle zone balcaniche e comparto centrale del Continente, segno che qualcosa è decisamente cambiato dopo oltre due settimane in cui il grande gelo ha imperversato con entità e persistenza davvero eccezionali. Le temperature minime non sono andate sotto i -1°C a Berlino, -2°C a Praga e -6°C a Varsavia.
Più ad est, verso l’Ucraina, la Bielorussa e le zone balcanico-scandinave i valori restano molto più bassi e ancora rigidi (qualche picco ancora prossimo ai -30°C), ma rispetto a qualche giorno fa è tutta un’altra musica! Il gelo ha notevolmente allentato la presa anche sulla Russia Europea: ad esempio Mosca, dove si erano misurati fino a -29 appena 3 giorni fa, è passata ad un valore di -14°C. Incremento notevole anche delle temperature massime diurne: la Capitale Russa è passata, sempre nell’arco di appena 72 ore, da un valore massimo di -22.9°C a ben -3.