Marzo era iniziato in veste prettamente invernale, su alcune città francesi, vedi Bourges e Tolosa, record storici di freddo marzolino quasi secolari venivano battuti, altre città, vedi Parigi, erano alle prese con frequentissime nevicate, come raramente accade anche in pieno inverno in quanto la Francia è normalmente più esposta a correnti oceaniche abbastanza miti.
Eppure di tutto questo freddo non c’è ormai più traccia, non solo, durante la giornata di ieri 16 marzo, si sono superati i 20°C di temperatura massima praticamente in tutta la nazione con poche eccezioni, raggiungendo i +26.8°C a Mont de Marsan, i +25°C a Bordeaux e i +23°C a Parigi Orly. Altri dati da segnalare sono i +23.2°C di Tours, i +23.7°C di Bourges, i +23.3°C di Clermont Ferrand, i +25.5°C di Gourdon, mentre al contrario le città mediterranee hanno registrato i valori più bassi, a causa delle brezze provenienti da un mare ancora freddo. Si segnalano così gli appena +14.6°C di Perpignan o i +17.1°C di Nizza, valori nella norma o poco superiori ad essa per il mese di marzo.
Certi valori raggiunti al suolo sorprendono ancor di più, non solo per rappresentare valori record o molti vicini ad essi, ma soprattutto perché raggiunti con isoterme in quota (850 hPa, circa 1570 metri) non eccezionalmente elevate, comprese tra +7 e +10°C.
La Francia si conferma così negli ultimi anni, paese molto sensibile alle ondate di caldo derivanti dall’espansione dell’alta pressione subtropicale afro-mediterranea, ricordiamo infatti che proprio qui, e nella Fossa Renana (anche la tedesca Karlshrue ieri ha superato i +22°C), vi furono gli effetti più devastanti dell’estate 2003.
E preoccupante ci pare il fatto che ad un primo abbozzo di alta pressione subtropicale già si siano raggiunti così elevati valori termici, un’ulteriore conferma che il clima dell’Europa centro-occidentale sta virando verso aspetti di maggiore continentalità a causa di una minore incidenza delle classiche correnti atlantiche e di una maggiore persistenza delle alte pressioni, con periodi di caldo estremo (in rapporto alla stagione) e siccitosi più frequenti rispetto ai periodi freddi e/o piovosi. Questa tendenza consolidata (anche se non possiamo sapere se persisterà in futuro) in vista della stagione estiva e col ricordo ancora fresco della torrida estate 2003, ci suggerisce che sarebbe il caso fin d’ora di prendere le giuste precauzioni per non trovarsi impreparati in caso di nuovi eventi di caldo estremi.