Giungono conferme sempre più importanti in merito alla colata artica che punterà il comparto orientale dell’Europa. Questa discesa gelida prenderà spunto dall’insediamento di un anticiclone di blocco in sede scandinava, che sfrutterà il rallentamento alle alte latitudini dell’attività del Vortice Polare per inserirsi fra il lobo canadese e quello russo-scandinavo.
Avremo così un maggiore oscillazione del getto polare, con sbilanciamento meridiano della porzione russo-scandinava del Vortice Polare. Aria molto fredda troverà il corridoio ideale per gettarsi sul bordo orientale dell’alta pressione di matrice scandinava (che tenderà sempre più ad assumere connotati termici), con successiva alimentazione siberiana.
Appare così lecito attendersi un robusto ruggito invernale, avvalorato dagli scenari modellistici interpolati attraverso il metodo ensemble. Le sovrapposizioni delle opzioni attualmente in campo mostrano come la Russia dovrebbe certamente risentire in misura pesante di questa cruda fase invernale, con isoterme ad 850 hPa in libera atmosfera che precipiteranno anche di 10 gradi al di sotto dei valori tipici di questo periodo.
LE INCERTEZZE SUL COINVOLGIMENTO del Centro Europa A parte le zone baltiche e russe, fin dove si spingerà questa massa d’aria artico-siberiana? Difficile dirlo, ma come già sottolineato in precedenza, stenterà a propagarsi verso ovest, anche per via di ingerenze atlantiche che proveranno a contrastare l’azione artica mantenendola ad est. Se valutiamo le proiezioni su Praga, notiamo come il quadro che emerge sia molto più incerto e confusionario, tra le ipotesi che propendono per una certa mitezza ed altre che darebbero maggiore credito ad influenze gelide di un certo rilievo. Risultato? La prognosi è necessariamente da rinviare.