La colata gelida ha solo sfiorato l’Italia ed ora va definitivamente svanendo, ma ha lasciato un’evidente impronta dal punto di vista delle temperature, scese in picchiata principalmente nei valori minimi. L’ondata di freddo si è d’altronde caratterizzata per un ingresso acuto delle masse d’aria rigide negli strati più bassi dell’atmosfera e, proprio per questo motivo, non ci sono stati contrasti tali da portare fenomeni degni di nota, nemmeno quelli collegati ai fenomeni di sbarramento orografico (stau).
Al resto ci ha pensato l’anticiclone ed il cielo sereno, elemento basilare quest’ultimo per consentire il tracollo termico notturno da irraggiamento. I valori di temperatura più bassi e significativi si sono raggiunti su alcune località della regioni meridionali, nella notte fra martedì e mercoledì quando la cessazione del vento ha ulteriormente esaltato le potenzialità di rapido raffreddamento del suolo, specie sugli avvallamenti e zone interne di pianura.
Fra i valori di maggiore rilievo, spicca indubbiamente quello di Palermo Punta Raisi, che con i +2,4°C del 9 marzo ha replicato il valore record che era stato raggiunto, con riferimento a marzo, nel 1973. Il record di freddo di quest’anno assume maggiore rilievo, perché nel lontano 1973 tale temperatura record era stata misurata con più anticipo, esattamente il 1° marzo. Va considerato che per l’aeroporto di Palermo si tratta di un valore record anche per febbraio (dato che lo stesso valore di +2,4°C si era toccato il 19 febbraio 2008 ed il 15 febbraio 2009) e in generale solo nel mese di gennaio si sono toccati in assoluto valori più bassi, con il record assoluto che risale al gennaio 1962.