Sale sempre più alla ribalta la depressione oceanica, con perno principale posizionato in vicinanza del Regno Unito: i tentacoli perturbati si sono allungati su buona parte delle nazioni centro-occidentali dell’Europa, andando a lambire in modo più netto anche l’Italia Settentrionale. Il promontorio anticiclonico, esteso dal Mediterraneo Centrale verso l’Europa Orientale, è così costretto sulla difensiva nel tentativo di rispedire al mittente questi assalti instabili d’origine atlantica.
La parte avanzata del nuovo fronte perturbato, sopraggiunto sul Centro Europa, si è adagiato fin dal mattino sull’Arco Alpino, apportando i primi fenomeni non molto organizzati anche sui versanti italiani, principalmente tra l’Alto Piemonte e l’Alta Lombardia. Col trascorrere della giornata l’instabilità si è poi rinvigorita per effetto del riscaldamento pomeridiano, con nuove celle temporalesche che si sono formate soprattutto sui monti, ma con sconfinamento anche sulle pianure. Interessati soprattutto il Verbano, il Varesotto ed il lecchese, anche se i maggiori hanno colpito a macchia di leopardo, con qualche accumulo di oltre 50 millimetri.
Notevoli acquazzoni anche in talune zone di pianura del torinese e dell’astigiano, anche in questi casi con acquazzoni localmente abbondanti. Le aree temporalesche si sono poi estese anche alle zone montuose e pedemontane del Triveneto. Un po’ d’instabilità, derivante esclusivamente dal riscaldamento diurno, si è sviluppata anche in Appennino, dapprima ai confini tra i settori emiliani e toscani, ma in seguito sul cuore della dorsale fra Marche, Umbria, Abruzzo e confini laziali. Per il resto ha prevalso il bel tempo, con nessuna formazione di rilievo soprattutto sulle due Isole Maggiori.