Comincerei ricordando l’inizio dell’articolo del 20 gennaio scorso:
“…Tutti elementi quelli descritti, che lasciano presupporre ad un’alta probabilità di accadimento di un importante evento invernale e che potrebbe rivestire caratteri di storicità, durante l’ultima decade del corrente mese;
dando delle percentuali di realizzazione, potremmo attribuire un 40% di probabilità per un evento “storico” così come lascerebbero intendere gli ultimi aggiornamenti “modellistici” ed un restante 60% per, comunque, una terza decade piuttosto fredda e dinamica con diverse occasioni per fenomenologia di tipo nevoso sul comparto centro-meridionale europeo”
Senza alcun dubbio per molte regioni centro-meridionali interne si é trattato di un episodio “storico”: non si ricordano nevicate così continue e copiose dal lontano febbraio 1956!!
Accumuli che hanno raggiunto e superato il metro di altezza in alcune località praticamente pianeggianti delle Marche interne (la vallesina da Jesi – 40 cm – verso l’interno – Fabriano circa un metro di accumulo – praticamente seppellita dalla neve… l’ascolano e il maceratese idem… e l’Umbria a ruota…), come da decenni non se ne vedevano…….
Ma veniamo ad un’analisi più approfondita dell’evento: diciamo subito che sono mancate le copiose nevicate sui litorali della romagna e delle Marche, un po’ meglio sui litorali abruzzesi;
il motivo di tutto ciò, motivo che ha poi indotto in errori previsionali molti centri meteo nazionali e non, è da ricercarsi nel fatto che la possente irruzione artica negli alti strati atmosferici (700 e 500 hp) ha agevolmente superato la barriera alpina (valori di -41,8°C a 500 hp su Milano!!), ma nello stesso tempo negli strati più bassi dell’atmosfera (dagli 850 hp in giù) la parte più cospicua dell’aria fredda ha tracimato dalla Fossa del Rodano privilegiando in tal modo tutto il settore occidentale del Mediterraneo portando neve addirittura sulle coste mediterranee di Algeria, Marocco, Tunisia e sulle miti isole mediterranee delle Baleari.
La porta della bora, sostanzialmente, non si è “aperta” a tempo debito e come tutte le emissioni modellistiche lasciavano intendere (e cioè già dal 22/23 gennaio scorso), tanto che anche il NE ha accusato il raffreddamento solo nella parte conclusiva della scorsa settimana, quando poi le nevicate sono andate ad interessare anche i litorali romagnolo-marchigiani.
Maledette Alpi, verrebbe da dire!!… ma la realtà spesso e non ultimo, si scontra con questa imponente catena orografica, giocando brutti scherzi ai previsori, e non a caso avevamo accennato anche ad un doveroso nowcasting sotto evento!
Comunque ci siamo trovati davanti ad un episodio invernale molto molto importante e, senza dubbio, quello che con largo anticipo era stato preventivato si è poi verificato, ripetiamo, anche con caratteri di “storicità” in molte regioni del centro-sud e la cronaca di questi giorni è d’altronde sotto gli occhi di tutti.
Ora a cosa andremo incontro??… molti punti interrogativi si aprono… i modelli da qualche giorno stanno proponendo un poderoso e vistoso west-shift di un prossimo split del vortice polare troposferico, anche se l’odierna emissione del modello americano GFS delle ore 00 ha rivisto tale shift parechie centinaia di Km verso levante (mentri i modelli europei UKMO ed ECMWF no);
in sintesi le ipotesi sono due: passata la prossima irruzione artica di mercoledì e che, probabilmente, porterà ad un altro veloce episodio di maltempo con nuove nevicate a quote molto basse sul centro-sud adriatico, dopo un temporaneo interludio anticiclonico fra giovedì e sabato si proporrà questa nuova intrusione artica: se l’obiettivo dovesse essere la Penisola Iberica, potremmo decretare la fine di questo lungo evento freddo… una depressione iberica infatti, proporrebbe miti correnti meridionali sul nostro Mediterraneo e quindi la neve cadrebbe copiosa sulle Alpi e con tutta probabilità, in merito alla pianura, solo sul settore centro-occidentale della Val Padana….
Se invece l’obiettivo dovesse essere il Mediterraneo centro occidentale con formazione di una larga depressione sul Golfo Ligure, allora l’evento freddo proseguirebbe in termini oltremodo produttivi e nevosi per tutto il nord ed anche per alcune zone di pianura del centro.
L’ultima proiezione NAO di ieri non scioglie i dubbi, vedendo comunque una negatività anche molto marcata e che potrebbe appunto preludere ad un marcato west-shift dell’asse di saccatura…..ma solo le emissioni delle prox ore e dei prossimi giorni, nonché il nowcasting attraverso il satellite, potranno illuminarci in merito.