Abbiamo trascorso gli ultimi giorni in balia degli eventi come si suol dire, ovvero alle prese con le marcate ed umorali oscillazioni dei diversi run proposti dai modelli matematici (e solo GFS ne sforna ben 4 al giorno). Troppo spesso si tiene eccessivamente conto delle singole versioni deterministiche e, se in un determinato frangente coincidono fra loro (per esempio le Reading con il modello americano), si pensa facilmente che quella proiezione possa risultare molto attendibile, anche se magari manca oltre una settimana all’evento.
Ovviamente stiamo facendo riferimento in concreto al freddo di fine mese, proposto a tratti con forza e cancellato (o parzialmente ridimensionato) con una eccessiva disinvoltura. Abbiamo più volte sostenuto le difficoltà di focalizzazione da parte dei modelli matematici dell’evoluzione in essere e, quanto detto a più riprese, non era certo finalizzato ad un esercizio di pura retorica, ma piuttosto sull’osservazione di quello che era l’andamento generale (non solo il susseguirsi di corse modellistiche così differenti fra loro nello specifico dell’Italia).
Gli scenari odierni non sono effettivamente variati più di tanto e questo significa che rimane ancora palese l’incertezza sia sull’entità del probabile freddo che sull’eventuale insistenza, anche se i run ufficiali al momento sosterrebbero delle ipotesi di toccata e fuga: possiamo meglio saggiare quale aria tira tramite il cosiddetto metodo probabilistico, con i grafici che mostrano tutte le soluzioni dell’ensemble ricavate dalle ultime emissioni. Ebbene, le ipotesi proposte (prima su Verona e poi su Bari) restano profondamente variegate e, dal 23 (momento in cui è atteso l’ingresso delle possibili correnti fredde) si vede la forbice amplificarsi notevolmente con agli estremi i run più favorevoli al freddo ed i run che propenderebbero addirittura per una fase sopramedia.