Ci accingiamo a descrivere il clima di Serbia e Montenegro, due nazioni unite fino a pochi anni fa, che preferiamo trattare ancora insieme in quanto le differenze climatiche non sono tanto tra repubblica e repubblica, quanto tra zone marittime, cioè la costa adriatica, e interne. Includiamo climaticamente nella Serbia anche il Kosovo, territorio riconosciuto come Stato da 75 paesi ONU (tra cui 22 dell’Unione europea), mentre dai restanti paesi è considerato una provincia autonoma serba. Il Kosovo attualmente è amministrato dall’ONU e ha dichiarato la propria indipendenza, unilateralmente, il 17 febbraio 2008.
Quello che esaminiamo è un territorio di 102.000 kmq, contraddistinto dalla frastagliata costa adriatica montenegrina, alle cui spalle si erge una fascia di rilievi molto articolati, che occupa l’intero territorio montenegrino e kosovaro, ma anche buona parte del sud della Serbia, al di sotto del 44° parallelo, dove il territorio è più pianeggiante solo nelle valli della Morava Occidentale e della Morava Meridionale, che confluiscono a formare la Grande Morava presso Stalac. Le suddette valli e tutta la pianura a nord del 44° parallelo, solcate dalla citata Grande Morava, dalla Sava e dal Danubio rappresentano un ulteriore ambito climatico, con caratteri notevoli di continentalità.
Naturalmente ci troviamo nella zona temperata, tra i 42° e i 46°N, ma quanto già accennato ci fa intuire che non è la latitudine a definire le diverse zone climatiche in cui suddividere Serbia e Montenegro, in particolare nella stagione invernale. Si riconoscono infatti tre zone climatiche:
1. la costa, con clima mediterraneo
2. il resto del territorio con clima temperato fresco della foresta di tipo suboceanico, tendente a subcontinentale nelle valli più interne e nelle pianure solcate dai grandi fiumi
3. la Vojvodina, ovvero la regione che occupa il nord serbo, verso il confine ungherese, con clima steppico
In gennaio le isoterme sono intorno a 6°/8°C sulla costa, scendono rapidamente a valori compresi tra 0° e 5° nella fascia subcostiera, per scendere a valori compresi tra 0° e -4°C nell’interno del Montenegro e in tutta la Serbia. Accade infatti, oltre all’ovvia influenza mitigatrice del mare, che tutta la fascia di rilievi che si trova alle spalle della costa da un lato ostacoli la penetrazione nell’interno dei venti tiepidi da ovest/sudovest associati alle depressioni delle medie latitudini, che portano così piogge copiose, esaltate dall’effeto stau, sulla costa, per giungere poi nell’interno avendo perso molto del loro contenuto di umidità.
Mentre il versante marittimo dei rilievi sub-costieri riceve così piogge ancora notevoli (e neve in quota, con limite variabile a seconda della situazione termica del momento, ma comunque in genere fra i 500 e 1000 metri), sul versante opposto l’aria tiepida scorre spesso sopra cuscinetti di aria fredda, causando in genere precipitazioni deboli, che possono essere leggere piogge o nevicate, ma non è raro il gelicidio. Le pianure della Sava e del Danubio e un po’ tutte le valli aperte a nord o a est sono infatti spesso raggiunte da flussi di aria fredda convogliati da anticicloni sull’Europa settentrionale od orientale, flussi che giungono molto attenuati sulle coste protette dai rilievi. Rovescio della medaglia sono i venti forti che si hanno allo sbocco delle gole che possono portare, con le ritornanti fredde, la neve anche sul mare dove il rilievo è più basso e l’aria fredda può trovare più facilmente uno sbocco verso il mare. Una volta che l’aria fredda, pesante, ha raggiunto queste regioni tende a ristagnare nei bassi strati e in questi casi non è affatto difficile vedere scendere le temperature ben sotto i -10°C, soprattutto in presenza di suolo innevato, con fenomeni di inversione molto significativi.
Quando le correnti occidentali riprendono il sopravvento la presenza di questo strato di inversione provoca quindi le nevicate o il gelicidio, ma i fenomeni possono trasformarsi rapidamente in pioggia se il flusso mite è accompagnato da venti sostenuti, che facilitano il rimescolamento, o comunque si prolunga per molto tempo. Non sono rare invece nebbie o giornate grigie con nubi stratiformi che coprono il cielo quando a scorrere sui cuscinetti freddi è aria più mite, ma non associata a perturbazioni atmosferiche, quale può essere quella dovuta alla rimonta dell’anticiclone delle Azzorre anche su questi paesi.
Quando la posizione dei minimi depressionari è tale da richiamare aria fredda al suolo che confluisce con aria più mite e umida in quota si hanno le condizioni più favorevoli per nevicate anche importanti, comunque raramente davvero copiose nelle zone aperte, molto più abbondanti invece sui monti, dove l’orografia gioca il consueto ruolo essenziale.
Se quindi l’inverno nell’interno è molto freddo relativamente alla latitudine, in primavera il sole si fa presto molto caldo e si entra quindi in una stagione molto contrastata, con ancora freddo e neve anche in aprile quando ritornano le correnti fredde da nord/nordest, ma giornate già calde quando splende il sole. All’inizio dell’estate la parte centro-meridionale della regione serbo-montenegrina viene spesso ad essere avvolta dall’abbraccio della fascia anticiclonica, ad opera dell’anticiclone delle Azzorre (e in questo caso si ha caldo accettabile) o di strutture di matrice africana (e in questo caso si superano tranquillamente i 35°C di massima). Il nord rimane in genere al limite dell’influenza anticiclonica e si alternano così periodi soleggiati e caldi ad altri più freschi, con ondate temporalesche. Piuttosto frequenti i temporali anche sui rilievi, mentre la costa gode della classica estate mediterranea con tempo quasi sempre sereno e caldo mitigato dalle brezze nei valori diurni. Le medie di luglio sono ovunque tra i 21° e i 25°C, con valori più bassi ovviamente in montagna.
In autunno quando cominciano a scendere sul Mediterraneo le depressioni delle medie latitudini l’aria fredda trova il mare molto caldo e sulla costa le precipitazioni, spesso a carattere temporalesco in settembre ed ottobre, possono essere veramente torrenziali.
Le precipitazioni complessive superano ovunque i 1200 mm/anno (ma spesso i 2000) sulla fascia costiera e nelle valli rivolte verso sud che quindi favoriscono l’incanalamento delle correnti umide meridionali. Anche sui versanti esposti a sud dei rilievi si superano i 1000 mm/anno, mentre nel resto del paese le precipitazioni sono comprese tra 600 e 1000 mm, con qualche zona più asciutta per fenomeni locali di ombra pluviometrica in Kosovo e nella valle della Morava Meridionale. La zona più asciutta, lontana dal mare e da ogni rilievo che possa esaltare le precipitazioni, è la Vojvodina, con i suoi 450-600 mm/anno di precipitazioni. Il regime pluviometrico è di tipo mediterraneo solo sulla costa e nell’area retrostante, nel resto della regione le precipitazioni sono piuttosto distribuite lungo l’anno, con quasi ovunque un picco in giugno.
La montenegrina Podgorica, ex Titograd, non si trova sul mare ma ne è ancora influenzata per il regime pluviometrico, pur superandosi ormai i 20°C di escursione stagionale. Le sue medie termiche sono (medie/minime/massime in °C): gennaio 5,0°/1,4°/9,5°, aprile 13,9°/9,1°/19,1°, luglio 26,0°/20,3°/31,8°, ottobre 15,9°/11,6°/21,7°, anno 15,3°. Precipitazioni abbondanti: 1661 mm/anno, con tardo autunno e inizio inverno molto piovosi (novembre 239 mm, dicembre 217) ed estate asciutta (luglio 38 mm, giugno 63, agosto 66).
Ancora in Montenegro, quasi al confine albanese la costiera Ulcinj conferma il solito regime pluviometrico: 1336 mm complessivi, con massimo in novembre (185 mm) e minimo estivo (luglio 29 mm, agosto 46). Il clima è più marittimo rispetto a Podgorica, con minori escursioni sia diurna che stagionale, le temperature medie sono: gennaio 8,2°, aprile 14,6°, luglio 24,9°, ottobre 18,0°, anno 16,3°.
Nella seconda parte parleremo di alcune località della Serbia, compreso il Kosovo.
Il clima di Serbia, Kosovo e Montenegro seconda parte:
https://www.meteogiornale.it/notizia/19264-1-il-clima-di-serbia-kosovo-e-montenegro-seconda-parte