L’affondo freddo, giunto sul finire della scorsa settimana, non ha scombussolato granché le carte in tavola: troppo breve e rapido il passaggio instabile per poter ribaltare gli scenari che hanno visto ancora una volta prevalere il caldo, derivante da un tenace anticiclone con alimentazione sub-tropicale che ha predominato in tutta la prima metà della scorsa settimana. Le anomalie termiche più accentuate si sono avute sull’Iberia, la parte meridionale della Francia e l’Italia Settentrionale, tutte zone ove le temperature si sono mantenute per più giorni su livelli estivi, con picchi anche di 7-8 gradi al di sopra della norma.
Giocoforza, la rinfrescata del week-end, che ha interessato il cuore dell’Europa e l’Italia, non ha quindi compensato la calura precedente. I picchi di caldo maggiori si sono dunque concentrati sulle zone mediterranee centro-occidentali dell’Europa, senza però risparmiare il comparto balcanico. Solamente le nazioni settentrionali europee hanno avuto temperature generalmente vicine alla norma, per la costanze influenza di una tipica circolazione più fresca d’origine atlantica.
L’assenza di piogge è una caratteristica assolutamente peculiare di questa primavera: non si sono avute in tal senso novità molto importanti su ampia scala, a parte qualche precipitazione più significativa sulle aree britanniche e scandinave esposte allo scorrimento delle perturbazioni atlantiche. Gli effetti del fronte freddo giunto fin sull’Italia venerdì sono stati però piuttosto aggressivi in un’area compresa fra le Alpi Centro-Orientali e la Repubblica Ceca, dove meglio ha attecchito un forte peggioramento temporalesco: le abbondanti precipitazioni cadute su queste zone sono state causate dalla confluenza fra masse d’aria radicalmente differenti.