Nell’immaginario collettivo, confortato dalla statistica, Luglio e Agosto rappresentano i mesi estivi per antonomasia. Se si pensa al caldo, quello vero, quello tosto, è più facile ricondurlo a questo periodo, piuttosto che a Giugno o Settembre. Poi può anche accadere che faccia caldo per un’intera Estate, come accadde nel 2003, ma di solito in avvio e in conclusione la stagione si presenta docile, raramente cattiva. Ci sono anni, come questo, in cui Giugno mostra un volto capriccioso, solcato da espressioni birichine. Caldo, freddo, piogge, temporali. Neve, grandine. Oramai fa però parte del passato, anche se recente.
Ora, sgomitando, è giunta l’Estate. Prima perché l’Alta delle Azzorre decise di inviarci una propaggine, ora perché quella stessa propaggine si è sposata con una parte dell’Anticiclone africano, che per via di un’ampia perturbazione atlantica approfonditasi tra le Isole Britanniche e l’Europa occidentale, si è spinto verso nord. Non che sia giunto direttamente su noi, ma l’aria calda che risale dal Sahara ha impregnato l’intera struttura e il suo persistere per giorni fa sì che la massa si stia schiacciando al suolo.
E poi, come avrete appreso negli articoli passati, si è venuta a creare una di quelle configurazioni che destina il gran caldo ad alcune aree peninsulari. Il dominio anticiclonico ha esteso i suoi massimi oltre le Alpi, avvolgendo il Mediterraneo centrale. Quando ciò capita, la calura s’impossessa del Nord e Centro Italia, in particolare il versante tirrenico. Da qualche giorno, in Val Padana e nelle zone interne del suddetto versante, si percepisce un caldo maggiore rispetto alle temperature massime che si registrano. Ciò è dovuto all’umidità, quella relativa, quella che crea le condizioni d’afa che tanto ci fanno penare.
Nel fine settimana non andrà certo meglio ed anche quella rinfrescata che sembrava emergere negli scorsi aggiornamenti è stata sostituita, ieri, da una ulteriore riscaldata. Già oggi è probabile che in alcune aree della Val Padana la colonnina di mercurio raggiunga i 34/35 gradi. Valori simili anche nelle aree interne delle Centrali tirreniche, ma qui, fin da ieri, il termometro raggiunse valori simili.
Eppure, a dispetto dell’Alta Pressione, i pomeriggi appaiono movimentati. Crescono, rapide, nuvole cumuliformi, alle quali fanno seguito i tuoni. Sono i temporali, che vanno a disturbare i monti, e le aree interne. In qualche caso riescono ad estendersi anche oltre, per esempio in Val Padana, o come potrebbe succedere oggi, in qualche tratto costiero dell’Italia meridionale.
Avrete compreso, quindi, che la giornata odierna riproporrà quell’instabilità che ci ha tenuto compagnia nell’intera settimana. E avrete capito che l’attività temporalesca si manifesterà soprattutto lungo la cerchia alpina e sui rilievi dell’Appennino meridionale. Poi, è vero, la cumulogenesi prenderà forma anche in altre aree, per esempio in quelle interne insulari oppure sull’Appennino centro settentrionale. Ma in questi casi la probabilità di precipitazioni sarà blanda, limitata al più a qualche isolato scroscio di pioggia.