Colonnina di mercurio sopra i 30 gradi in diverse zone del Centro-Nord, soprattutto quelle interne e di pianura; clima più fresco sui litorali, baciati da contributi refrigeranti di umide brezze marine. Questo è il quadro meteo di sintesi odierno, in quello che è uno scenario abbastanza ideale per la formazione dei temporali, soprattutto in virtù di deboli infiltrazioni d’aria fresca in quota dai quadranti settentrionali, che continuano a scorrere lungo il bordo orientale dell’alta pressione presente sul nostro Paese.
Vediamo dove è più facile che si possano originare i temporali, iniziando ad analizzare le proiezioni del nostro modello ad alta risoluzione del CAPE INDEX, che in parole semplici misura l’energia potenziale a disposizione per la convezione. La mappa in basso indica con le tonalità di colore dal giallo al rosso e fino al violaceo il contenuto maggiore d’energia e pertanto il rischio che si generino moti convettivi con eventuali temporali.
Tuttavia, il CAPE INDEX da solo non è affatto sufficiente per una previsione compiuta dei temporali, in quanto devono combaciare altri indici d’instabilità ed altri immancabili fattori, fra i quali le velocità verticali in quota (che per essere favorevoli all’ascesa della massa d’aria devono essere negative, indicate nella mappa in basso con le tonalità rosse) ed un tasso d’umidità elevato alle altezze medie della troposfera (che quindi permetta la libera convenzione).
Osservando la carta in basso emerge quindi che i fattori di rischio temporalesco vengono a combaciare in senso favorevole sui tratti montuosi tra Abruzzo e Basso Lazio, ma anche sulla dorsale meridionale appenninica tra la Campania, la Basilicata, la Lucania e fino all’entroterra orientale della Sicilia. Su tutte queste zone, vanno considerati i venti settentrionali in quota che potrebbero quindi far propagare le celle temporalesche in genere a sud-sud/ovest delle principali catene montuose, fino a giungere localmente su qualche area costiera specie sui settori ionici e del Cilento. Alto rischio temporalesco anche per quanto riguarda i settori alpini centro-occidentali e localmente il tratto compreso fra l’Appennino Ligure e quello Tosco-Emiliano.