Un’ondata di maltempo sta assediando buona parte del Nord Italia e la causa è riconducibile all’ingresso di una perturbazione in seno ad un’intensa saccatura in quota che ha originato un minimo di pressione nei bassi strati sul Mar Ligure. L’intensità delle precipitazioni ed i forti temporali derivano dal contrasto fra il risucchio umido di matrice mediterranea e l’ingresso più freddo di un nucleo di vorticità che si è inserito, sottovento all’asse di saccatura, sul Nord-Ovest ed è in movimento verso levante.
Lo scenario di maltempo deriva dalla spinta dalle alte latitudini dell’onda di bassa pressione. Ricordiamo che a livello continentale gli altri protagonisti dello scacchiere barico sono l’anticiclone delle Azzorre, relegato davvero troppo ad ovest ed un’alta pressione continentale di blocco posta più ad est, con massimi barici sulla Russia dove il clima resta particolarmente arroventato (caldo micidiale). Al momento quindi, le onde perturbate nord-atlantiche trovano la via più facile verso il Mediterraneo.
L’affondo ciclonico si muoverà a pendolo da ovest verso est senza sprofondare ulteriormente in senso meridiano, quindi non scombussolerà eccessivamente le condizioni meteo sulle regioni meridionali dell’Italia. Oltre alle regioni settentrionali, la parte periferica (ma non meno violenta) della perturbazione sta interessando la Toscana: un’intensa linea di convergenza sta attualmente apportando forti temporali autorigeneranti, che si distendono dalle zone centro-occidentali toscane (coinvolta anche Firenze) fino all’Emilia Romagna e a parte delle Marche.
Le precipitazioni, in tutta la prima parte della giornata, hanno invece colpito in misura notevole il Nord-Ovest, con fenomeni assai abbondanti sul Levante Ligure, l’Alto Piemonte e parte della Lombardia: accumuli di pioggia tra i 90 ed i 100 mm si sono avuti sul comasco, sul varesotto, ma anche sul milanese ove continua tuttora a piovere in attesa di un miglioramento. Discorso diverso per l’Ovest Piemonte e il Ponente Ligure, risultati molto più protetti e meno esposti alle piogge torrenziali.
L’ondata di maltempo, accompagnata dall’ingresso di masse d’aria piuttosto fredde in quota, ha naturalmente fatto crollare le temperature sulle zone battute dalle maggiori precipitazioni. Sui settori alpini si è così affacciata la neve, fino a quote di poco superiori ai 2000 metri, specie in Lombardia: fiocca generosamente non solo sullo Stelvio, ma appena sopra l’abitato di Livigno.
Nelle ultime ore il grosso dell’ammasso perturbato si è spostato verso levante, propagandosi così a tutto il Triveneto, inizialmente ancora in attesa del peggioramento. L’estrema area raggiunta solo ora dalla parte avanzata del fronte temporalesco è quella del Friuli Venezia Giulia, ove stanno sopraggiungendo intensi nuclei convettivi dal Mar Adriatico.