La rotazione ciclonica delle nubi a spirale sull’Italia dimostra che la guarigione meteo è ancora lontana, ma tuttavia rispetto a ieri i toni del maltempo si sono assai attutiti. Mentre scriviamo sono ancora segnalate residue nevicate fino in pianura su Ovest Piemonte, Bassa Lombardia e pianura emiliana, ma si tratta di fenomeni ormai molto episodici. L’instabilità più significativa, con forti rovesci e nevicate sui rilievi (localmente fino a bassa quota) è slittata tra le regioni centrali, quelle del Basso Tirreno e la Sardegna, ovvero tutte le zone più esposte ed in prossimità del vortice ciclonico, con annessa aria fredda in quota, presente sul Mar Tirreno Centrale.
Non sussiste più l’alimentazione artica del vortice mediterraneo dalle zone settentrionali ed orientali del Continente Europeo, come si può chiaramente vedere da quest’illustrazione attuale delle isoterme ad 850 hPa. Il lago gelido più forte permane tra le Alpi e la Francia meridionale, ma senza più ulteriori apporti dalle alte latitudini.
L’indebolimento del vortice perturbato sull’Italia è ben mostrato anche dall’attuale analisi della pressione al suolo e della posizione dei sistemi frontali: sulla nostra Penisola non sono più presenti sistemi frontali organizzati, ma solo attive linee d’instabilità.
L’analisi Sembach mette a fuoco i fenomeni in atto, ormai sempre più episodici. Da notare i temporali in Sardegna, comunque in prossimità del nocciolo d’aria fredda in quota che stimola i moti convettivi. La tendenza per le prossime 24 ore (ultima mappa in basso) mostra lo spostamento del fulcro depressionario e dei fenomeni (prevalentemente nevosi) ad esso associati sulle nazioni della Ex Jugoslavia.