L’alito dell’aria nord-africana è ormai sopraggiunto sull’Italia, dove è in atto un significativo e diffuso aumento termico. Il promontorio anticiclonico associato alla risalita calda pone un freno totale ai tentativi d’avanzata verso est della saccatura nord-atlantica, le cui ripercussioni perturbate restano pertanto concentrate ad ovest del nostro Paese, fra la Penisola Iberica e la Francia.
Un lungo fronte nuvoloso lambisce appena l’Arco Alpino ed è proprio questo binario di nubi a segnare il confine fra le masse d’aria calde nord-africane e quelle più fresche ed instabile d’origine atlantica. Solo da domenica la spinta verso oriente della saccatura atlantica inizierà a produrre i primi risultati, con l’abbassamento di latitudine del fiume instabile che tenderà a coinvolgere con un annesso graduale cedimento barico prima le regioni settentrionali e poi ad inizio settimana probabilmente anche quelle centrali. Questa dinamica, se dovesse essere confermata, tenderà ad isolare verso le estreme regioni meridionali gli effetti dell’anticiclone nord-africano che, arroccandosi verso il Mediterraneo Centro-Orientale, continuerà a pompare aria calda da sud/ovest a lungo verso il Sud, come possiamo notare dalla mappa sotto riferita alla giornata di mercoledì 16.
In sostanza, il caldo africano potrebbe protrarsi per gran parte della prossima settimana sul Sud Italia e proprio questo continuato afflusso caldo, non facilmente scalzato verso levante, fornirebbe energia al flusso instabile (ramo ascendente della saccatura, area baroclina) che ingloberà almeno in parte le nostre regioni centro-settentrionali, con precipitazioni di maggiore rilievo sulla fascia alpina e prealpina, ove potrebbe peraltro entrare in gioco l’effetto sbarramento della catena montuosa al flusso instabile di provenienza sud/occidentale.