Il trimestre invernale 2009/2010 ha chiuso a livello globale con un’anomalia complessiva di +0.57°C, piazzandosi al quinto posto tra i più caldi. Questa premessa è doverosa per comprendere fin da subito che il grande freddo sul Nord Europa e sulla Siberia è stato compensato da situazioni decisamente opposte anche sul nostro Emisfero Settentrionale. Ebbene, il Canada ha vissuto la stagione invernale più calda dal dopoguerra ad oggi, cioè da quando vengono sistematicamente catalogati i dati dei vari parametri atmosferici.
L’anomalia termica, pari a ben +4,0°C in base ai dati dell’Isituto Meteorologico “Environment Canada”, ha battuto il precedente record della stagione invernale 2005/2006, quando lo scarto termico positivo dalla norma raggiunse i +3,9°C. La causa preponderante di questa notevole mitezza è soprattutto legata ad una situazione barica di blocco, che ha visto la costante presenza di aree d’alta pressione, senza permettere discese d’aria gelida frequenti e rilevanti, come normalmente accade a tali latitudini.
Dal 1997 ad oggi in Canada non si è mai registrata una stagione invernale termicamente al di sotto della norma, come possiamo apprezzare questo grafico che mostra l’andamento termico di tutti gli inverni dal ’48 ad oggi. Si noti inoltre come la stagione più fredda in assoluto risale al 1971/1972 quando si registrò un’anomalia pari a -3.2°C.
Questa costante presenza di blocchi anticiclonici ha influito notevolmente anche sull’andamento pluviometrica, tanto che la stagione invernale appena finita passerà alla storia non solo come la più calda, ma anche come la più siccitosa in assoluto, con un deficit pluviometrico che è stato in media del 22% al di sotto della norma del periodo. In alcune zone, fra le quali l’Alberta e l’Ontario, la penuria di precipitazioni ha raggiunto picchi anche al di sotto del 60%, come si può apprezzare in questa cartina.