Lo studio migliore sui casi del gelo del Tamigi negli ultimi mille anni, è stato effettuato da uno studioso britannico, Ian Currie, che ha esaminato accuratamente le cronache dei Secoli passati, nonché i numerosi casi nei quali il fiume era talmente gelato, a Londra, da permettere la creazione di grandi “Fiere sul ghiaccio”.
Esse erano grandi feste che si svolgevano direttamente sulla superficie congelata del fiume, con la costruzione di grandi strade circondate da negozi, vere e proprie “vie” sul ghiaccio, con tutto il contorno di divertimenti vari.
Le maggiori e più durature sembrano siano state quelle del 1683-84, e del 1739-40.
Invece, stranamente, nell’Inverno del 1709, il più rigido di tutti in Europa, non si tenne una “Fiera”, forse a causa di cambiamenti di vento improvvisi che impedirono il congelamento completo.
Non tutti gli inverni, infatti, risultano rigidi allo stesso modo, in Inghilterra e nel resto d’Europa.
Questi sono gli episodi di congelamento del Tamigi a Londra, con spessore tale da sostenere il peso delle persone, suddivisi per Secoli:
XII Secolo: 1 caso
XIII Secolo: 3 casi
XIV Secolo: 1 caso
XV Secolo: 2 casi
XVI Secolo: 4 casi
XVII Secolo: 7 casi
XVIII Secolo: 6 casi
XIX Secolo: 1 caso
XX Secolo: 0 casi
Si può notare l’alto numero di episodi verificatisi in corrispondenza del periodo più freddo della Piccola Età Glaciale, tra il 1500 ed il 1800.
Nel Seicento, in particolare, il Tamigi gelava ogni 14 anni circa (in realtà, sommando gli episodi minori, si arriva ad un inverno ogni 7 anni).
L’ultimo caso di grande congelamento del fiume risale al 1814, quando fu tenuta l’ultima “Fiera del ghiaccio” che si ricordi.
Il clima poi si è riscaldato, siamo usciti dalla PEG, e si è attraversato il XX Secolo con un continuo aumento termico.
Ma sono cambiate anche le condizioni esterne: prima di tutto il vecchio Ponte di Londra, costituito da almeno venti arcate, è stato sostituito dal nuovo ponte a soli due piloni, ed il fiume quindi scorre liberamente.
Un tempo invece i blocchi di ghiaccio che scorrevano sul fiume nei periodi di grande freddo si accumulavano sulla base dei piloni ostacolando il corso del Tamigi, che gelava così con molta più facilità.
In secondo luogo, adesso ci sono gli scarichi industriali, che riversano acque riscaldate sul fiume.
In terzo luogo, non c’è più la cappa di smog provocata dai fumi dei camini e delle industrie, che costituivano un ostacolo alla radiazione solare nei periodi di calme anticicloniche.
Poi, non ultimo, c’è l’effetto “cappa di calore” provocato dall’ingrandimento della città nei tempi moderni.
Bisogna dire che altri episodi invernali rigidissimi ci sono comunque stati, nel clima londinese, come durante i grandi episodi freddi del 1895, del 1929, del 1940 e del 1947.
Ma, soprattutto, nel corso di quello che è stato, per le Isole Britanniche, l'”Inverno del Secolo”, il 1962-63, che registrò le temperature medie londinesi più basse dal terribile 1739-40 (furono solamente +0,2°F superiori ad esse).
Non è quindi solo il Global Warming a spiegare il motivo per il quale il Grande Fiume non si sia più congelato nel corso degli ultimi due secoli.
E’ probabile che anche nel caso di una irruzione di aria fredda siberiana, paragonabile a quelle avvenute nel Seicento e nel Settecento, difficilmente potremo rivedere una grande “Fiera del Ghiaccio” sul fiume Londinese!