AVVISO, istruzioni per la lettura dell’articolo: il Meteo Giornale rammenta al lettore che il presente articolo è l’interpretazione dell’Autore sui Modelli Matematici (emessi dai Centri di Calcolo mondiali), le cui tendenze sono notoriamente soggette a mutevolezza. Questo articolo non è un bollettino meteo.
Ormai da diversi giorni stiamo seguendo con grande attenzione le possibili manovre di cambiamento per l’inizio d’anno nuovo, scorgendo segnali sempre più concreti di una severa modifica della circolazione a livello europeo, che potrebbe traghettare verso condizioni meteo dalle caratteristiche prettamente invernali. Riteniamo doveroso premettere come l’ipotetico raffreddamento non sarebbe comunque in realtà paragonabile al nocciolo gelido che ha imperversato fino a qualche giorno fa su buona parte del Vecchio Continente, ma la sfortuna dell’Italia è stata quella d’essere interessata solo parzialmente e per un breve frangente. L’ondata di gelo è stata comunque di rara potenza, di quelle che sembrano ormai divenute irrealizzabili.
Ma vediamo cosa potrebbe accadere ad inizio anno, dopo il lungo periodo mite che sostanzialmente si protrarrà sino agli ultimi giorni del 2009. L’attuale scenario vedere le perturbazioni atlantiche scorrere molto basse ed interesse dunque con forza anche l’Italia, a causa del fatto che il Vortice Polare è costretto a stare in posizioni più basse rispetto alla norma. Nel prossimo periodo, in base alle proiezioni modellistiche, il Vortice Polare non sembra in grado di riprendere la sua natura posizione sopra il Polo Nord ed ecco che da ciò derivano le nuove possibili conseguenze fredde per l’Europa d’inizio anno: si andrebbe infatti a concretizzare una risalita meridiana in Atlantico con una figura anticiclonica di blocco, in grado di sbarrare la strada al flusso atlantico per dare il via libera all’espansione di saccature fredde artiche verso il Vecchio Continente, compresa l’area mediterranea.
Valutiamo quelle che sono le ultime indicazioni dei modelli matematici GFS (emissione delle ore 12Z) ed ECMWF (emissione odierna delle ore 00Z) per il prossimo 2 Gennaio. Raffrontando le due mappe, notiamo una schiacciante similitudine: entrambi i modelli sembrerebbero infatti al momento convergere sull’affondo delle correnti artiche dal Nord Europa al Mediterraneo, con profonda ciclogenesi alimentata da possibile incursione molto fredda dalla Valle del Rodano, che significherebbe un generale peggioramento con neve fino a bassa quota al Centro-Nord. In questa fase non si avrebbero influenze di masse d’aria di matrice siberiana.