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Stabilità fino a quando? La possibile “rottura pre-ferragostana” vista da ECMWF

di Mauro Meloni
05 Ago 2009 - 12:23
in Senza categoria
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Ecco l'analisi barica a 500 hPa per martedì 11: un'onda ciclonica soft dalla Penisola Iberica proverà ad erodere il cuneo anticiclonico nord-africano che ancorà resisterà su gran parte d'Italia. Fonte: https://www.meteogiornale.it/mappe
L’alta pressione si sta attualmente impossessando di gran parte del comparto centro-occidentale europeo, stante la marcata elevazione di un promontorio fino alle latitudini baltiche. Questa notevole rimonta anticiclonica ha imposto un blocco alla normale circolazione perturbata atlantica, che non riesce più a penetrare sul Continente Europeo, ma si limita ad influenzare le condizioni meteo sulle Isole Britanniche.

La goccia fredda sui Balcani è progressivamente spinta verso oriente dal campo anticiclonico, che sta nuovamente guadagnando spazio sul territorio italiano, permettendo l’inizio di una parentesi meteo di maggiore stabilità atmosferica. Sul finire della settimana il contesto anticiclonico euro-mediterraneo è destinato tuttavia a perdere colpi su tutte le nazioni occidentali europee, a causa della penetrazione di una saccatura atlantica.

Quest’onda ciclonica atlantica s’infilerà così nel campo anticiclonico, decretando una frattura fra i massimi altopressori scandinavi, quelli ad ovest della Penisola Iberica e quelli di matrice nord-africana: questi ultimi lambiranno anche il Mediterraneo Centro-Occidentale. Le correnti sud/occidentali instabili, sospinti dalla sacca depressionaria, riusciranno a portarsi in direzione dell’Europa Centrale e delle nostre Alpi, favorendo un decadimento pressorio e la conseguente accentuazione di condizioni instabili.

Nella fase iniziale della prossima settimana il cavo d’onda depressionario, posto fra la Francia e la Penisola Iberica, proverà ad avanzare verso levante. L’evoluzione rischia d’essere molto lenta, a causa della tenace resistenza del cuneo anticiclonico nord-africano sul Mediterraneo Centrale e, più in generale, di una vasta figura di alta pressione tra l’Europa Orientale ed il Baltico. Il flusso atlantico principale scorrerebbe solo a latitudini elevate, mentre alle nostre latitudini si avrebbe una configurazione quasi blocco.

Il lento avvicinamento della figura depressionaria potrebbe determinare l’accentuazione dell’instabilità sulle regioni settentrionali italiane ed in parte quelle centrali, ma come possiamo vedere nella mappa di analisi, relativa alla giornata di martedì 11, il cuneo anticiclonico nord-africano potrebbe riuscire imprimere una notevole resistenza sui bacini centro-meridionali italiani, garantendo l’afflusso d’aria piuttosto calda di matrice nord-africana.

Proiettando lo sguardo sul lungo termine, appare probabile l’ulteriore avanzamento del vortice depressionario oceanico verso i mari italiani, ove andrebbe ad isolarsi in una tipica evoluzione da goccia fredda in fase di graduale colmamento. Gli effetti principali connessi a ciò sarebbero in primo luogo ad una maggiore instabilità atmosferica piuttosto generalizzata, che si tradurrebbe in temporali nelle ore centrali del giorno sulle zone interne e montuose

In base a questa probabile evoluzione, la rottura della stabilità nei giorni prima della Ferragosto potrebbe rivelarsi più soft del previsto, in quanto non si avrebbero veri e propri passaggi perturbati organizzati. Inoltre, non si avrebbe quella penetrazione di masse d’aria particolarmente fresche dal Nord Atlantico che avrebbe portato un radicale ricambio d’aria anche dal punto di vista termico.

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