Lunedì 20 settembre è stata una giornata molto calda in una vasta area negli stati centrali degli USA, dove una massa di aria calda è risalita, precedendo un fronte freddo, scorrendo lungo il bordo occidentale di una area di alta pressione. Vediamo alcuni estremi termici: Wichita (Kansas) 18,9°/31,7°C, Oklahoma City 17,2°/32,2°C, Lincoln (Nebraska) 20,6°/33,3°C, Grand Island (Nebraska) 22,2°/32,2°C, Sioux City (Iowa) 20,0°/31,1°C. Per fare un confronto con le medie, vediamo quelle di Wichita, che sono 15°/27°C.
Il 21 settembre inizialmente faceva ancora caldo nell’area, ma la situazione è cambiata durante il giorno. Il radiosondaggio di Omaha, Nebraska, alle 12 GMT indicava 18,8°C a 850 hpa, 0°C a 4805 metri e -6,7°C a 500 hpa (5870 m), mentre al suolo c’erano 19°C (a quell’ora è primo mattino in Nebraska), ma alle 18 GMT (le 14 EDT) pioveva e la temperatura era di soli 20°C. Tornando ai radiosondaggi, la poco più occidentale Rapid City, nel Sud Dakota, alle 12 GMT segnalava 3,0°C a 850 hpa (1520 m) e 0°C a 2743 metri (insolita una differenza di soli 3°C su 1200 metri), evidenziando la netta differenza tra le due masse d’aria che si fronteggiavano a quell’ora sulle pianure centrali USA.
La situazione barica evidenziava, alle 12 GMT del 21 settembre, una vasta area anticiclonica su tutta la parte orientale degli USA (Florida a parte) e nella regione laurenziana canadese, con i massimi pressori sulla parte occidentale dello stato di New York, una “goccia fredda” incuneatasi sugli Stati centro-settentrionali delle Montagne Rocciose (Utah, Wyoming etc.) e la parte centro-occidentale dei due Dakota, influenzando marginalmente anche il Nevada orientale e il nord dell’Arizona (naturalmente temporali a volontà lungo la linea di contrasto tra le due masse d’aria), un anticiclone del Pacifico su Washington, Oregon, California e Nevada occidentale.
La “goccia fredda” incuneata tra le due alte pressioni e la posizione di quello del Pacifico, con i massimi pressori tra Oregon e nord della California, favorivano chiaramente la discesa di aria fredda da nord fino al Nevada, mentre ai confini tra questo e la California centrale il flusso piegava da nordest, presentandosi così sull’area di Los Angeles, Santa Ana, San Bernardino, come massa d’aria calda e secca discendente dai rilievi (effetto foehn). E’ la tipica situazione che favorisce il “Santa Ana”, vento appunto caldo e secco che riscalda temporaneamente la mite California, inibendo, almeno temporaneamente, le fresche brezze oceaniche, e provocando spesso rovinosi incendi nel “chaparral”, la macchia mediterranea californiana.
La città di Santa Ana faceva infatti registrare, alle 17 EDT del 21 settembre, una temperatura di ben 32,2°C, con umidità relativa del 10% (dew point -2,7°C), con vento da NE a 8 mph e raffiche a 16 mph. Alla stessa ora a Riverside 30,0°C, ur del 15% e vento da N a 21 mph, con raffiche a 30 mph. Sempre alle 17 EDT a Los Angeles (Downtown) 31,1°C, con umidità relativa del 17%, ma vento da WSW, quindi non inquadrabile come “Santa Ana”. Evidentemente in questo caso la posizione della stazione non favoriva l’incanalamento delle correnti dominanti da nordest, dandogli forza a sufficienza per bloccare la brezza, tuttavia la temperatura alta e la bassa umidità evidenziano che gli effetti dell’episodio di “Santa Ana” si facevano sentire anche sulla metropoli californiana.