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Le temperature degli ultimi 200 anni in Islanda (prima parte)

di Giovanni Staiano
27 Ago 2009 - 07:20
in Senza categoria
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Nella figura 1: le temperature media annuali a Stykkishlomur dal 1798 al 2007 (i dati fino al 1845 sono interpolati da quelli di stazioni vicine, l'affidabilità è bassa fino al 1830). Nella figura 2 sono confrontate le medie annue a Reykjavik, Akureyri e Stykkisholmur dal 1950 ai giorni nostri (kuldakast = periodo freddo). Cliccare su entrambe le immagini per ingrandire. Fonte: www.vedur.is
le temperature degli ultimi 200 anni in islanda prima parte 15930 1 2 - Le temperature degli ultimi 200 anni in Islanda (prima parte)
L’analisi della lunga serie storica di Stykkisholmur, paese dell’Islanda occidentale, sulla costa settentrionale della penisola di Snaefellsnes, mostra un evidente trend di aumento della temperatura negli ultimi 200 anni, al ritmo di +0,7°C per secolo. Questo incremento, in linea con l’aumento registrato in tutto l’emisfero nord, è stato tuttavia irregolare, essendo susseguiti nei due secoli tre periodi freddi e due caldi.

Dal 1798 al 1812 le temperature medie annue sono state piuttosto basse, con il picco di freddo proprio nel 1812 (media annua +0,5°C), ma con un andamento molto irregolare. Un solo anno ha visto una temperatura media superiore a 4°C.

A partire dal 1813 le temperature medie mostrano una tendenza all’aumento che si accentua dopo il 1837 e prosegue fino al 1858. In controtendenza, molto freddo risultò l’anno 1835, l’unico del periodo indicato a registrare una temperatura media inferiore ai +2°C, assestandosi a +1,5°C. L’anno più caldo fu il 1828, con una media di +4,7°C. Sebbene questo periodo sia stato comunque significativamente più freddo rispetto al periodo caldo attuale, esso è ricordato come un periodo molto favorevole per l’agricoltura e la popolazione islandese crebbe in modo significativo.

Il freddissimo 1859 (+0,9°C la temperatura media) segnò l’inizio di una fase più fredda, protrattasi fino agli anni ’20 del XX secolo. La fase di freddo più acuta in realtà contraddistinse gli ultimi 40 anni del XIX secolo, quando nessun anno superò i +4°C di media e molti registrarono una temperatura media inferiore a +2°C, soglia mai più raggiunta nel XX secolo, neppure nei primi due decenni, ancora piuttosto freddi.

Nel decennio tra il 1920 e il 1930 si registrò un forte riscaldamento. Il periodo caldo proseguì fino al 1965, con temperature media annue sempre superiori ai +3°C e punte di oltre +5°C negli ultimi anni ’30 e nei primi anni ’40. In questa lunga fase complessivamente calda, un relativo raffreddamento vi fu nel periodo 1943-52, seguito però da una ripresa delle temperature dal 1953 al 1964.

Anche il periodo freddo 1965-1995 deve essere diviso in alcuni sotto-periodi: i cosiddetti “anni del ghiaccio” tra il 1965-71, il periodo più mite 1972-78, una fase molto fredda tra il 1979 (l’anno più freddo del XX secolo, con media +2,2°C) e il 1985, un decennio di temperature altalenanti tra il 1986 e il 1995, ultimo anno a registrare una media inferiore a +3°C.

Dal 1995 è in atto una fase calda, che ha registrato un picco nel 2003, con una temperatura media di +5,4°C. Questo dato del 2003 è interessante. Quell’estate, come è noto, fu caratterizzata dalle anomalie notevolissime su quasi tutta l’Europa centro-occidentale per la persistenza di configurazioni bariche caratterizzate dall’invadenza di masse d’aria di origine africana fino a latitudini elevate, ma in Islanda l’anticiclone africano non arrivò. Sull’isola vi fu comunque una anomalia termica positiva, anche se meno vistosa rispetto a molti altri paesi europei (Italia compresa) perché prevalsero comunque correnti meridionali, sul bordo occidentale della campana anticiclonica che spesso si allungò fino alle Isole Britanniche.

Tornando ai periodi freddi 1965-71 e 1979-85 il clima è stato freddo in tutta l’Islanda, ma con differenze sensibili tra nord e sud del paese, in ragione della diversa provenienza delle masse d’aria fredda che hanno interessato in prevalenza il paese in quegli anni.

Questo risulta evidente confrontando le temperature annuali a Stykkisholmur (Islanda occidentale), Akureyri (Islanda settentrionale) e Reykjavik (Islanda sudoccidentale). Il periodo 1965-71 risultò particolarmente freddo nel nord (e nell’est) del paese, mentre quello 1979-85 fece registrare la maggiore anomalia negativa nel sudovest. Gli anni 1965-71 furono infatti accompagnati spesso da venti settentrionali e in quegli stessi anni si registrò un massimo di estensione del ghiaccio marino a est della Groenlandia. La pressione risultò spesso elevata in Islanda, con NAO negativa.

Il periodo freddo 1979-85 fu invece caratterizzato da pressione inferiore alla media e da una fase di NAO molto positiva. Le masse d’aria che dominavano in Islanda erano in origine estremamente fredde, originandosi sulle gelide aree continentali del Canada. Sull’isola queste masse d’aria giungevano mitigate dal transito sull’Atlantico, ma non abbastanza da impedire una anomalia negativa delle temperature, accompagnate da venti persistenti, e spesso forti, sudoccidentali. Questi venti investono direttamente l’area di Reykjavik, mentre si presentano come venti di caduta, con quindi riscaldamento della massa d’aria, sia a Stykkisholmur che ad Akureyri, entrambe con rilievi a meridione, dove l’anomalia negativa fu quindi molto meno pronunciata.

Un altro interessante indicatore della prevalenza, in Islanda, di correnti settentrionali o sudoccidentali è la differenza di temperatura media annua tra l’estremo nord e l’estremo sud del paese, attraverso il confronto tra le isole Grimsey e Vestmannaeyiar. Questa differenza è stata sensibile, sempre superiore ai 2,5°C (con punte anche di oltre 3,5°C e un massimo di quasi 5°C nel 1881, quando l’inverno fu estremamente freddo nelle zone dell’Islanda esposte alle correnti settentrionali) , negli anni 1965-71, con temporaneo ritorno alle differenze tra le due stazioni che erano consuete nel XIX secolo e nei primi 20 anni del XX, quando i ghiacci artici si estendevano fin quasi alle coste settentrionali dell’Islanda.

Tra il 1920 e il 1965 la differenza di temperatura media annua tra Grimsey e Vesrmannaeyiar è stata quasi sempre tra 2° e 2,5°C, ritornando in questo range dopo il 1971. Le condizioni di NAO positiva, con pressione più bassa della norma in Islanda e persistenza di venti sudoccidentali, hanno favorito un ulteriore tendenza alla riduzione della differenza di temperatura tra le due stazioni a partire dal 1979, differenza che in molti anni è risultata inferiore a 2°C, raggiungendo un valore minimo di 1,2°C nel 1984, un anno di persistenti venti meridionali freddi (perché associati a masse d’aria di provenienza canadese) che hanno portato tempo freddo e perturbato nel sud, ma al nord una bella estate e un inverno comunque mitigato dall’effetto foehn.

Nella seconda parte approfondiremo l’andamento termico della stazione di Stykkisholmur stagione per stagione.

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