L’invadente quanto robusta alta pressione dinamica sub-tropicale oceanica in azione mediterranea tenderà, favorita da un moto ondulatorio meridiano freddo in aperto Atlantico, ad intraprendere un’erezione cuneiforme settentrionale sin su verso le coste meridionali scandinave.
Questo determinerà un moderato Split Polare che dall’area russo-scandinava si tufferà giù direzione Balcani. Il guardiano altopressorio oceanico vedrà bene a tal punto di rinforzare il flusso zonale sul suo bordo settentrionale e tagliare i rifornimenti alla saccatura artica, la quale vedrà un’evoluzione a cut-off tra e Egeo, medio e basso Adriatico e le nostre regioni centro-meridionali.
Domani si intensificheranno allora le correnti di grecale nella bassa troposfera sulla nostra Penisola, dimostrandosi più efficaci sulle regioni centro-meridionali anche grazie allo scivolamento del minimo pressorio in area egea.
Le correnti di grecale traghetteranno su di noi anche un tappeto di isoterme pari o leggermente inferiori agli 0°C a 850 hPa (1500 metri circa) tra la giornata di giovedì e quella di venerdì, con punte di circa -5°C alla stessa altezza geopotenziale sul comparto adriatico centro-meridionale e sulle zone interne del Centro e parzialmente del Sud (fino alla Lucania).
A 500hPa, l’isoterma -30°C andrà a interessare rapidamente le zone adriatiche e appenniniche centro-meridionali, creando i presupposti per una debole instabilità (sempre tra giovedì e venerdì).
In un siffatto contesto, saranno le regioni centro-meridionali ad essere interessate da precipitazioni e viste le termiche favorevoli, la neve potrà fare la sua comparsa anche a quote di media collina. Sabato generale miglioramento.
Ma domenica, nuovo nocciolo di aria fredda all’altezza geopotenziale di 500 hPa corrispondente a circa -30°C, scivolerà dai Balcani sulle nostre regioni centro-meridionali. Nuova fase instabile e neve probabile a quote medio-basse.
Con il suddetto taglio alla saccatura artica, l’alta dinamica oceanica guadagna strada su territori a lei non proprio consoni, sino a stringere la mano al cugino russo, di differente estrazione e termico per definizione.
L’asse di tale connubio altopressorio (sud ovest-nord est) poi renderà possibile lo scivolamento sulla nostra Penisola di correnti piuttosto fresche dal comparto balcanico, coadiuvate occasionalmente da noccioli di aria fredda in quota. Insomma, non siamo di fronte a prepotenti ondate di freddo, a drastiche diminuzioni termiche, ma piuttosto a una generale rinfrescata.
Il medio termine secondo il modello americano
Diciamo subito che non si prevedono significative variazioni sulla futura evoluzione barica.
Una discesa di aria artica parzialmente continentalizzata punterà decisa verso sud-ovest attraverso il comparto russo e quello orientale balcanico. Cercherà di unirsi al cut-off operante tra l’Italia meridionale e l’Egeo (ricordate?), ma l’esito sarà negativo.
Sarà infatti la goccia fredda ad essere attirata dalle spire della fredda ondulazione meridiana russa, poiché l’alta dinamica oceanica si rafforzerà, dilatandosi a protezione del comparto centro-occidentale e orientale europeo.
L’azione ciclonica operata dal Vortice Polare in ambito atlantico continua a essere troppo forte, chiamando e ottenendo da parte dell’alta oceanica continue ferme risposte, in tal caso zonali. Le speranze invernali paiono infrangersi in tale solido nemico anticiclonico.
Il lungo termine secondo il modello americano
Nessuno spazio alla fantasia neppure su un difficilmente interpretabile lungo termine.
Zonalità altopressoria inserita in un menù che prevede nuovi tentativi freddi in ambito europeo, ma Mediterraneo sempre ben difeso dal muro anticiclonico. Al momento non abbiamo motivi sufficienti per preoccuparci quindi…
Lungo termine da rivedere e monitorare attentamente.