Il tema preponderante della giornata odierna, sul nostro Paese, è costituito da una spiccata variabilità, propagatasi all’intera Penisola grazie all’approfondimento di una sacca depressionaria in quota verso le regioni meridionali adriatiche e tutta l’area balcanica.
L’area depressionaria di matrice scandinava, in graduale spostamento verso l’Europa Orientale, è riuscita ad allungarsi temporaneamente fin sul cuore del Mediterraneo, per una sostanziale lacuna barica e per lo slittamento ulteriore verso oriente della cupola altopressoria sub-tropicale, ancora presente sui settori più orientali del Mediterraneo.
L’intrusione d’aria fredda in quota (isoterme addirittura non distanti dai -30°C all’altezza di 500 hPa sul Centro-Nord) è la responsabile del contesto piuttosto instabile, con nuvolosità irregolare presente su buona parte delle regioni peninsulari, ad esclusione del settore nord-occidentale della Penisola, ove sono presenti maggiori schiarite dovute all’azione del foehn, il vento che discende dalle Alpi seccando l’aria ed inibendo di conseguenza la formazione delle nubi.
La nuvolosità imperante su molte regioni d’Italia è di conseguenza associata ad una serie di rovesci temporaleschi da instabilità, soprattutto lungo le aree appenniniche ed interne, sia sulle aree adriatiche (frequenti sconfinamenti fin sulle coste fra Marche ed Abruzzo) che su quelle tirreniche, con riferimento soprattutto al basso Lazio ed alla Campania.
Sull’Appennino Centrale si segnala il ritorno della neve, anche a quote relativamente basse prossime ai 1000 metri, in considerazione del fatto che lo zero termico è crollato fino attorno ai 1600 metri. Quote neve ancor più bassa sulle Alpi Orientali, fino ai 900-1000 metri sulle Dolomiti.
Frequenti piogge colpiscono ancora buona parte del Triveneto ed i settori centro-orientali dell’Emilia Romagna: sulla pianura veneta si sono avuti gli accumuli più consistenti nelle ultime 12-18 ore, localmente superiori ai 20 millimetri.
Oltre all’instabilità, i venti da W/NW caratterizzano lo scenario odierno su molte regioni. Come si osserva nella mappa in alto a sinistra, si evidenzia la posizione del perno dell’area ciclonica sui Balcani contrapposta ad un’area anticiclonica fra Francia ed Isole Britanniche.
Ne consegue un intenso gradiente barico fra le due figure anticicloniche, ulteriormente incentivato dall’orografia alpina, che comporta il foehn sulle regioni nord-occidentali. Le correnti di maestrale, in ingresso sul Mediterraneo attraverso la Valle del Rodano, soffiano poi con maggiore intensità lungo le Isole Maggiori, con raffiche superiori ai 60-70 km/h.
Le due principali Isole godono peraltro anche dei maggiori rasserenamenti, in virtù di uno scorrimento di correnti meno fredde ed instabili alle quote superiori dell’atmosfera, in quanto interessate solo marginalmente dalla fascia periferica dell’area depressionaria a carattere freddo.
Il campo termico ha mostrato una significativa ripresa solo sul Nord-Ovest, mentre sulle rimanenti zone i discostamenti risultano più contenuti. Sul Piemonte e sulla Liguria, grazie ai cieli tersi ed il clima secco e gradevole, si è avuta la risalita termica maggiore, con punte di 6-7 gradi in più. Su Torino Caselle, ieri ferma ad appena 9 gradi, si sono raggiunti ben 17 gradi.
Il miglioramento atteso per domani avrà vita breve, in quanto l’Italia si troverà di nuovo alle prese con una nuova pulsazione del regime depressionario oceanico, diretto verso la Penisola Iberica. La risalita di correnti sud-occidentali, lungo il cavo ascendente della depressione sull’Europa Occidentale, porteranno piogge fin da giovedì sulle regioni settentrionali e settori dell’alto Tirreno.
Nel fine settimana si avrà un probabile replay di quello di quanto avvenuto prima dello scorso week-end, con l’area ciclonica sostanzialmente bloccata sulla Penisola Iberica, in lenta evoluzione, che favorirà l’attivazione una risposta di correnti calde sub-tropicali verso le regioni meridionali ed insulari del nostro Paese.