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5-10 marzo, non è da escludere un colpo di coda invernale

di Ivan Gaddari
27 Feb 2008 - 14:54
in Senza categoria
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5-10-marzo,-non-e-da-escludere-un-colpo-di-coda-invernale
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I principali modelli di previsione, come mostra il MultiModel by MTg, sono concordi nell'identificare una coda decisamente invernale nella prima settimana di marzo. Fonte (www.meteogiornale.it/mappe), elaborazione grafica a cura di Ivan Gaddari per MTG.
L’elemento saliente a breve termine.
Persiste un debole flusso di correnti umide e miti oceaniche, ascrivibili ad ampio sistema depressionario posizionato tra Atlantico canadese e Russia europea. Ad inizio del nuovo week end, dopo qualche timido fenomeno in particolare sulle regioni settentrionali, attesa un temporanea rimonta subtropicale, che tuttavia potrebbe mostrarsi intensa e regalarci scampoli tardo primaverili.

L’elemento saliente a medio termine.
Il concetto di temporaneità è legato all’evoluzione che potrebbe accompagnarci, poi, verso la conclusione della prima decade di marzo. Un blocco stabilizzante azzorriano, direzione Groenlandia, alle correnti oceaniche, andrebbe a favorire un’ampia ondulazione ciclonica artico-marittima verso i settori centro orientali del continente europeo, con marcato coinvolgimento della nostra penisola. Sussistono comunque delle differenze a livello di principali modelli di previsione. Mentre l’americano GFS vede i settori orientali del paese quali obbiettivo principale del peggioramento, l’europeo ECMWF propone un maggiore interessamento del centro nord, versanti occidentali.

L’elemento saliente a lungo termine.
Se la linea evolutiva pocanzi descritta trovasse riscontro, importanti strascichi instabili potrebbero condurci fin verso il giro di boa mensile.

Il trend a lungo termine:
Sembra infatti, il condizionale è comunque d’obbligo, che l’affondo ciclonico settentrionale possa creare una ferita barica, in seno al Mediterraneo, lenta a sanare. Preda poi di ulteriori impulsi instabili da nord.

Elementi di incertezza:
Inutile rammentare quanto sia complicato tracciare una tendenza previsionale che possa rivelarsi estremamente affidabile su archi temporali particolarmente estesi.

Tuttavia, e questo va sottolineato, da circa una settimana i vari Global Models proponevano una possibile recrudescenza invernale ad inizio del mese di marzo. Ci si avvicina all’obbiettivo e le smentite sembrano sempre meno probabili.

Fattori di normalità climatica:
Analizzando con attenzione il diagramma termico-barico per diverse località peninsulari, possiamo identificare due elementi principali. Dal punto di vista termico, dopo la fiammata del week end, ecco che le temperature potrebbero calare bruscamente portandosi al di sotto delle medie stagionali.

Per quel che concerne il campo precipitativo, si osserva un graduale incremento dei fenomeni in concomitanza con il raffreddamento suddetto. Se il peggioramento venisse confermato potrebbero tornare nevicate a quote basse.

Focus: evoluzione sino al 11 marzo 2008
La prima fase previsionale è quella che ci condurrà all’interno del prossimo week end. Inizialmente avremo condizioni meteo segnate dal flusso umido oceanico. Nubi sparse, perlopiù medio alte, ma anche locali addensamenti e qualche isolato fenomeno. In modo particolare su regioni alpine e alto Tirreno. Il tutto in un contesto climatico comunque primaverile.

Seguirebbe, dopo una domenica tardo primaverile e ribadiamo il condizionale, un drastico cambio circolatorio, con ingresso di saccatura artico-marittima sulle nostre regioni. Da stabilire la traiettoria, tuttavia pare assai probabile un sensibile calo delle temperature, così come una fase di maltempo, localmente moderata, che potrebbe riportare la neve a quote medio basse.

Evoluzione sino al 16 marzo 2008
Peggioramento che andrebbe a condizionare le condizioni meteo sin verso il giro di boa mensile, non è infatti da escludere che l’indebolimento del Vortice Polare possa portare nuove ondulazioni cicloniche settentrionali ad inserirsi in quella lacuna barica scavatasi sul Mediterraneo.

In conclusione.
In conclusione vorremmo ribadire l’importanza della previsione a lungo termine. Certo, stabilire da ora possibili fenomeni, tipo, zone colpite ed entità è di sicuro utopico. Ma non è altrettanto utopico dire che se il colpo di coda invernale dovesse interessarci è stato possibile prevederlo con una buona dose di anticipo. Se si pensa, si faccia mente locale, che già dalla scorsa settimana lo evidenziammo nei vari editoriali long-range.

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