Passiamo in rassegna l’analisi in quota e al suolo dei modelli GFS-ECMWF-UKMO-NGP tra le 72 e le 144 ore di previsione, prendendo come riferimento le mappe comparate MTG multimodel inizializzate con i run 00 odierni e osservando le similitudini e le divergenze tra i vari modelli.
Quello che appare nell’analisi a 72 ore e 96 ore è la proiezione abbastanza concorde dei quattro modelli con uno schema barico in quota ben delineato che vede la presenza di un forte anticiclone dinamico con geopotenziali a 500 hPa di ben 584 DAM esteso dal nord del Marocco fino alle coste della Gran Bretagna, all’incirca sulla direttrice 10-20°W di longitudine, ove la cella altopressoria estende i suoi massimi di pressione.
Nel nord della Penisola Scandinava e nel nord della Russia Europea abbiamo invece la presenza di aree depressionarie con evidente possibile afflusso di aria polare-artica indirizzata verso la zona balcanica. Tutti i modelli sono concordi nel vedere un’influenza di questo afflusso artico verso l’Italia, che si manifesterà in quota con un calo dei geopotenziali entro le prossime 96 ore e che riguarderà inizialmente le zone orientali con la 560 DAM a 500 hPa che si porterà nei pressi delle coste adriatiche.
A 120 ore ECMWF prende le distanze dagli altri tre modelli. A 500hPa si nota che il modello europeo di Reading vede un’influenza più diretta verso le nostre regioni orientali della discesa di aria polare-artica causata dalla posizione anomala dell’alta delle Azzorre sulla Gran Bretagna e dalla depressione posizionata ad ovest della penisola Scandinava. Secondo tale modello i geopotenziali a 500 hPa dovrebbero calare portando la 560 DAM su tutta la penisola, mentre NGP vedrebbe interessata da questo calo solo la costa adriatica. GFS e UKMO ci proteggono ponendo la 560 DAM poco oltre i confini orientali.
L’analisi al suolo evidenzia una crisi barica più marcata per ECMWF che vede quindi una temporanea flessione dell’alta pressione con possibile formazione di un minimo sul Centro Italia per la giornata del 7 Novembre. Gli altri tre modelli vedono invece un minimo di pressione sottovento alle Alpi ma con tendenza rapida ad un suo spostamento e ad un rialzo di pressione evidenziato già a 144 ore.
Tutti i modelli tranne ECMWF quindi sono concordi nel vedere per sabato 8 novembre un minimo di pressione in quota centrato all’incirca tra il Mediterraneo e la Penisola Ellenica e lo spostamento dell’area di alta pressione al suolo dalla Gran Bretagna verso il Centro Europa, mentre i massimi geopotenziali in quota rimarranno confinati sull’ovest del continente.
L’affondo polare-artico appare quindi destinato a condizionare il tempo di parte della penisola a partire dal giorno 5 con irruzione di aria fredda dai quadranti nordorientali. Gli effetti sembrano poter essere lievi in fatto di fenomenologia, a parte l’incognita della proiezione di ECMWF e NGP da cui si individua la possibilità di un più diretto coinvolgimento del Centro e Sud Italia. Al Nord sarà il settore orientale il più colpito, mentre il Nord Ovest dovrebbe rimanere più riparato dalla barriera alpina e dovrebbe risentire in maniera lieve di questa irruzione fredda.
La massa di aria in arrivo partita originariamente dalla Groenlandia e dal Mar di Norvegia subirà un raffreddamento consistente con l’ingresso di correnti artiche provenienti direttamente dal Mar Artico e dal Mare di Barents, con quindi irruzione tipicamente invernale ad investire buona parte dell’est Europeo. Al momento questo episodio sembra assumere effetti poco cruenti e marginali sulla nostra penisola, più marcati solo sulle estreme regioni meridionali adriatiche.