Avevamo visto nell’ultimo articolo come questo mese di aprile fosse in controtendenza rispetto ai primi tre mesi dell’anno, e come, già poco oltre la metà, le sue temperature medie fossero circa 1 grado superiori al normale. I primi sei giorni della terza decade del mese hanno ulteriormente accentuato questa tendenza, e pur in assenza di valori termici da record, il mese si avvicina alla sua fine con temperature ormai quasi 2 gradi sopra la norma 1961/90. E’ un dato senza nessun dubbio rilevante che annulla, in un colpo solo, le anomalie termiche negative di gennaio, febbraio e marzo.
Il mese corrente si è presentato fin da principio non freddo, anzi un poco più caldo del normale, grazie soprattutto ad alcune ondate di calore che hanno colpito l’estremo Sud, ma è a partire dal giorno 16 che è stato fatto il balzo verso il caldo, che non è azzardato definire anomalo almeno nelle regioni del centro-est padano, più che per i suoi valori di picco, per la sua costanza e durata.
Complessivamente in Italia, i giorni che vanno dal 16 al 26 aprile sono stati circa 3°C più caldi della norma 1961/90, con punte oltre i 4 gradi nel Nord Est (Udine +4.8°C, Verona +4.4°C) e nelle zone montane del Sud (+4.9°C a Trevico, +5.3°C a Prizzi); anomalie più ridotte lungo le zone costiere, con scarti quasi mai superiori ai 3 gradi oltre la media, ed inferiori ai 2 gradi in parte della Puglia.
I 30 gradi sono stati raggiunti a Catania il giorno 16 (Palermo ha superato tale valore ma durante la prima metà del mese), temperature superiori ai 27 gradi si sono registrate in Sardegna e in Campania (Cagliari, Decimomannu, Alghero, Capo Palinuro), mentre al Centro-Nord solo Verona Villafranca e a Firenze, tra le località monitorate, hanno raggiunto tale valore. Molte invece le località che hanno raggiunto o superato i 25 gradi, tra queste Bolzano (+25.4°C il giorno 22), Milano (+25.5°C il giorno 23), Genova (+25°C il giorno 25), Ferrara (+26.8 i giorni 23, 24 e 26), Pisa (+25°C i giorni 24 e 25), Arezzo (+26.4°C il giorno 24), Pescara (+25.2°C il giorno 23), Bari (+25.1°C il giorno 16) e Napoli (+26°C il giorno 24).
Negli ultimi anni spesso la primavera, già prima di maggio, ci ha offerto scorci semi-estivi e basta tornare indietro di tre anni, all’aprile 2003 – cominciato addirittura con un’intensissima ondata di freddo che portò la neve a Bari – per trovare un’ultima parte del mese all’incirca altrettanto calda dell’attuale. La già citata Bari, dopo aver registrato una temperatura minima di -1°C il giorno 9, raggiunse +30.4°C il giorno 30, Alghero toccò addirittura il valore di +31.7°C, Roma si fermò a +28.5°C, Napoli a +28°C e Milano a +27°C. Fu il principio, quell’anno, di quella “infinita” ondata di calore che ebbe il suo culmine ad inizio agosto e che è passato alla storia come uno tra i peggiori eventi climatici che l’Europa abbia dovuto sopportare nell’ultimo secolo.
Non è intenzione di questo articolo proporre alcun parallelo col passato, ogni anno fa storia a sé, e se i modelli stanno individuando la strada giusta, almeno tra gli ultimi giorni d’aprile e i primi di maggio, dovremmo essere coinvolti da un peggioramento meteo piuttosto rilevante, con abbassamento delle temperature e ritorno a valori più consoni al periodo, forse anche sotto media, nonché a piogge diffuse su varie zone del nostro territorio. Piogge che, se vorranno finalmente cadere, saranno le benvenute, in quanto aprile, fino ad ora, ne è stato assai avaro.
Non vi sono al momento particolari situazioni di crisi idrica, l’inverno è stato nevoso sui monti, sia sulle Alpi che sugli Appennini, ma certo preoccupa la mancanza di vere perturbazioni atlantiche nell’ultimo mese. Aprile è infatti un mese piovoso da Nord a Sud, all’estremo Nord perché finisce il periodo della relativa siccità invernale, all’estremo Sud perché termina quello della stagione umida. A Palermo, ad esempio, dopo i massimi di piovosità del periodo ottobre-gennaio (tra 80 e 100 mm in media per ogni mese), si passa in aprile a 45 mm medi, per finire in luglio ad appena 5 mm; per contro a Milano si ha in primavera un secondo massimo di precipitazioni dopo quello autunnale e a Bolzano ha inizio in questo mese la stagione delle piogge (25 mm a gennaio, 52 in aprile e 92 in luglio); le piogge cadute quest’anno, nei primi 25 giorni del mese, sono invece nelle tre città rispettivamente di appena 3, 34 e 20 mm. Le saccature apportatrici di instabilità e piogge sono infatti finite quasi sempre sui Balcani (con conseguenti piene dei fiumi ed allagamenti), mentre sull’Italia si è avuta l’influenza di promontori sub-tropicali, con piogge cadute quasi solamente a causa di temporali, e quindi non diffusemente sul territorio.