Ci siamo lasciati con un editoriale concernente la fase di maltempo che pochi giorni or sono ha causato non pochi problemi alle regioni del Nord, laddove gli accumuli nevosi sono risultati eccezionali. Abbiamo fatto riferimento ad un conseguente probabile aumento dei prezzi nel mercato al dettaglio, mettendo in guardia il consumatore da speculazioni eccessive come di sovente capita in simile circostanze. E concludemmo rimandando l’appuntamento in concomitanza dell’acuta fase di maltempo che a breve avrebbe interessati il Sud e le nostre Isole maggiori.
Fase che attualmente è ancora in atto e che nel suo progressivo cammino sta provocando non pochi disagi al settore agricolo-forestale. Una perturbazione proveniente dal basso Mediterraneo ha difatti innescato sostenute correnti di Scirocco, con raffiche che, specie nella serata di ieri, hanno toccato localmente intensità di burrasca. Oltre a ciò vanno menzionate le forti piogge, a tratti torrenziali, che hanno causato allagamenti in molte zone della Sardegna, successivamente della Sicilia e con tutta probabilità della Calabria meridionale.
Fattori che determinano condizioni di elevato stressa alle colture, coltivate e non. Danni sia meccanici che fisiologici, specie nelle zone maggiormente esposte al tipo di correnti verificatesi. Il vento decisamente forte provoca danni alle colture, specie a quelle ad alto fusto, in quanto il vento aumenta d’intensità man mano che ci si sposta dal suolo.
Ecco allora che, oltre ai popolamenti forestali, potrebbero esserci stati danni alle colture frutticole, con rotture di rami e addirittura abbattimento di piante esili o comunque fragili dal punto di vista strutturale. Danni certamente gravi, in grado di devastare gli individui colpiti provocando stress o addirittura la morte. Le conseguenza saranno presumibilmente visibili in primavera, allorquando si potrà registrare una perdita di produzione nelle aree interessate dai danni maggiori.
Dal punto di vista fisiologico crediamo che vi siano stati problemi in zone pianeggianti con colture poste a dimora all’aria aperta, pertanto soggette all’allagamento dei terreni di coltura. Danni maggiori nelle aree subito a ridosso dei torrenti, talvolta più fertili o comunque più convenienti dal punto di vista dell’irrigazione. Il tutto si traduce in asfissia radicale, per la presenza di troppo ossigeno dovuto alla presenza di uno strato d’acqua in grado di impedire i normali processi e di assorbimento radicale, e di traspirazione dei tessuti. Fenomeni che possono diminuire notevolmente la qualità del raccolto e talvolta inibirne addirittura il commercio per successiva perdita di consistenza dei tessuti colpiti.
Insomma, un periodo certamente non facile per le colture, siano esse coltivate, siano esse forestali. Danni che difficilmente possono essere prevenuti, almeno che non si tratti di colture allevate in serra, in atmosfera controllata e lontane dalle avversità atmosferiche. Che mai come in questa fase invernale si stanno rivelando eccezionali.