Per convenzione, l’anno meteorologico differisce da quello solare, iniziando a Dicembre, e terminando nel mese di Novembre dell’anno successivo.
Questo per non dover “spezzare” in due parti il trimestre invernale (Dicembre – Febbraio).
L’annata 2008, dai dati del CNR, appare dunque come una delle più calde dal 1800, ponendosi al settimo posto in graduatoria, con uno scarto termico di +1,02°C.
Inarrivabile l’anno più caldo degli ultimi due Secoli in Italia, il “famoso” 2003, con uno scarto di +1,53°C, mentre l’anno più freddo è l’altrettanto celebre 1816 (l’anno senza Estate), con uno scarto termico di -2,27°C.
Il massimo caldo lo si è avuto nella Val Padana centrale, dove le anomalie termiche annuali sono state superiori ai +1,5°C, mentre al Centro Italia, sui versanti Tirrenici, e sulle Isole Maggiori lo scarto termico annuo è stato inferiore al grado centigrado.
La piovosità annua è stata in compenso pienamente nella norma, nessuno scarto percentuale, mentre l’annata più secca rimane quella del 1945, quando sulla nostra Penisola piovve il 30% in meno del normale.
E’ interessante osservare come è variata la temperatura dal 1800 ad oggi.
Tra il 1840 ed il 1920 la temperatura è variata di poco, presentando una lenta risalita di 1°C circa, portandosi da -1,5° rispetto alla norma 1961-90 negli anni Quaranta del XIX Secolo, fino a -0,5°C negli anni Venti del XX Secolo.
Tra il 1930 ed il 1980 la temperatura è risalita di circa 0,5°C, portandosi sulla media di riferimento, per poi fare un balzo in avanti soprattutto a partire dal 1987, stabilizzandosi negli anni Duemila su valori di circa +1,0°C rispetto alla norma 1961-90.
Le precipitazioni annue non mostrano grandi variazioni col tempo, sempre risultando più piovosa la prima metà dell’Ottocento, e presentando una lenta discesa soprattutto negli ultimi trent’anni.