Il mese di febbraio appena concluso ci ha consegnato l’ennesimo mese sopra norma climatica sul territorio italico, come sta avvenendo oramai dal mese di settembre (salvo alcune eccezioni, come ad esempio novembre al sud Italia).
Potremmo anche pensare che tale discorso, “solo” per l’inerzia del calore in eccesso da smaltire, possa ancora andare avanti per un bel pezzo, ma non ci occuperemo di ciò adesso: ci soffermeremo invece, come al solito, ad analizzare i picchi del mese che, è giusto dirlo, non è stato contrassegnato da anticicloni sub-tropicali, bensì da una certa insistenza di ondulazioni atlantiche che hanno movimentato il tempo sull’Italia, ad eccezione del nord-ovest.
In tale contesto, come da buona tradizione delle “westerlies”, i maggiori picchi termici li andiamo a ritrovare nelle località sotto vento alle correnti occidentali, ovvero in primis nelle regioni adriatiche dove, proprio il giorno 28, Pescara con i suoi +24,8°C è riuscita a battere il vecchio record di +24,4°C risalente al 27 febbraio 1990. Nello stesso giorno anche Ancona-Falconara con i suoi +20,4°C si è avvicinata al record di +20,6°C, valore raggiunto il 27 febbraio 1990 e il 26 febbraio 1995; Termoli ha superato i 20°C, precisamente +20,4°C, anche se non ha avvicinato il suo record di +22,8°C; Rimini +19,0°C (record +21,0°C).
Non di meno alcuni episodi di fohn hanno contraddistinto il tempo del nord Italia regalando anche qui qualche picco decisamente mite: Bergamo-Orio al Serio +18,3°C, Bolzano +18,3°C, Milano-Linate +18,9°C, Torino-Caselle +18,1°C.
Poco da segnalare per il resto d’Italia che chiude sempre sopranorma ma senza picchi di particolare rilievo.
Ovviamente niente da segnalare per quanto riguarda il freddo che è stato, manco a dirlo, il vero latitante di questo inverno escludendo alcune brevissime fasi che tuttavia sono rientrate nella normalità climatica di un inverno qualsiasi.