L’inizio della nuova settimana mostra una Penisola sostanzialmente spaccata a metà, con il Nord alle prese con ulteriori disturbi di natura atlantica, mentre le estreme regioni meridionali risentono dell’ennesimo richiamo molto caldo, esercitato dalla rimonta verso nord dell’Alta Pressione sub-tropicale.
Si tratta di uno schema barico già visto con frequenza negli ultimi tempi, peraltro molto spesso verificatosi nella stagione estiva 2007, quando le onde di caldo record hanno aggredito le estreme regioni meridionali e non più il Nord, come accaduto più spesso nelle stagioni estive recenti, non solo nel 2003.
La contrapposizione fra le correnti umide in scorrimento sulla Regione Alpina, rispetto all’aria più calda e secca sahariana in avvento sulle regioni meridionali, tende ad esaltare l’instabilità lungo la fascia di collisione fra le due masse d’aria radicalmente diverse; inevitabilmente il Nord Italia rientra all’interno di questa zona sensibile, con la barriera alpina che funge da sbarramento alle correnti instabili sud-occidentali.
Durante la giornata odierna si sono pertanto attivate numerose celle temporalesche su molte zone del Settentrione, sulla scia del passaggio frontale perturbato da ovest verso est. Non sono mancati fenomeni violenti sull’Alta Lombardia, fra le province di Lecco, Varese e Sondrio, capaci di portare fino ad oltre 50 millimetri di pioggia in poco tempo su alcune zone piuttosto circoscritte. Nel Ticinese, poco fuori dai nostri confini, i temporali si sono rivelati ancor più violenti, con rilevazioni pluviometriche persino di oltre 100 millimetri.
La linea temporalesca appare attualmente più attiva sul Triveneto con notevole attività elettrica, mentre sulle Alpi Lombarde è in atto un complessivo miglioramento. Una forte cella temporalesca si è spinta nelle ultime ore sulle coste venete orientali, coinvolgendo anche la Laguna Veneta, ma si va rapidamente propagando verso parte dell’Istria ed il Golfo di Trieste.
Una modesta influenza instabile è giunta fin sulle porte dell’Italia Centrale, con brevi rovesci temporaleschi soprattutto tra Liguria Orientale ed Appennino Tosco-Emiliano. Residui focolai temporaleschi insistono, in fase d’attenuazione, fra Riviera Romagnola ed a ridosso dell’Appennino Marchigiano.
Sulle regioni meridionali il protagonista è invece il caldo, grazie all’attuale disposizione barica che ha favorito la temporanea elevazione dell’Alta Pressione sub-tropicale tra le regioni meridionali e la Penisola Ellenica.
Le temperature sono fortemente risalite, raggiungendo picchi di quasi 40 gradi sulla Puglia, in particolare nel foggiano e nel barese, grazie ad una ritornante di correnti occidentali nei bassi strati, parzialmente favoniche per l’interazione con la catena appenninica. Picchi di 37-38 gradi anche sulla Sardegna Meridionale ed in Sicilia.
Su quest’ultima l’avvezione calda raggiungerà il culmine questa notte, con isoterme che raggiungeranno picchi di +27°C a poco più di 1500 metri d’altezza. Non mancherà nemmeno domani il caldo, anche se s’assisterà al graduale ingresso di correnti più fresche occidentali.
Si tratta pertanto solo di una fiammata di calore, in quanto l’erosione dell’Anticiclone sul Mediterraneo Settentrionale produrrà un immediato allentamento della morsa sub-tropicale anche sull’estremo Sud, mentre le condizioni meteo tenderanno gradualmente a ristabilizzarsi anche al Nord, grazie al colmamento dei forti contrasti termici attualmente in atto.
Non è da attendersi tuttavia una decisa rinfrescata, almeno sul Sud, ove andrà avanti un trend termico un po’ sopra la media. Nella parte finale della settimana è pertanto probabile il ritorno di uno schema barico con una qualche similitudine a quello attuale.
Un affondo depressionario tra Francia e Penisola Iberica determinerà la rimonta dell’Alta Pressione sub-tropicale, stavolta con asse proteso più ad occidente. Le correnti calde potrebbero così risalire con più decisione anche verso la Sardegna e le stesse regioni centrali, mentre l’aria più umida ed instabile oceanica tenderà a penalizzare il Nord, in attesa che l’ondulazione ciclonica riesca a rompere la resistenza anticiclonica verso inizio settimana, ma si tratta di un’evoluzione ancora relativamente lontana.